Bocciatura per le “classi pollaio” Gli istituti si dovranno adeguare
ROMA Dopo la bocciatura del Tar del Lazio, arriva anche il via libera del Consiglio di Stato sulla class action del Codacons sulle cosiddette «classi pollaio», quelle aule sovraffollate nelle quali il numero di alunni supera il limite di 25 studenti fissato dalla legge per garantire la sicurezza di ragazzi e personale scolastico: i giudici della sesta Sezione del Consiglio di Stato hanno infatti rigettato il ricorso presentato dal Miur, dichiarando così la piena ammissibilità della prima class action italiana contro la pubblica amministrazione.
Come si ricorderà il Codacons ha avviato la prima azione collettiva intrapresa nel nostro paese contro un ente pubblico, il Ministero dell’Istruzione appunto, relativamente alla vicenda delle «classi pollaio», ossìa quelle aule sovraffollate dove il numero di alunni supera il limite di 25, rappresentando così un pericolo per la sicurezza di studenti e personale scolastico.
Accogliendo la class action lo scorso gennaio, il Tar aveva ordinato al Ministero di emanare entro due mesi un piano generale di edilizia scolastica (già previsto dal D.p.r. 20 marzo 2009, n.81 «Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola»): contro la decisione del Tribunale regionale il Miur aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato, ricorso ora rigettato.
Nelle motivazioni i giudici del Consiglio, riferisce il Codacons, spiegano che quel decreto «ha imposto al Miur di attendere, d’intesa con il Ministro dell’economia e delle finanze, non già certo alla sola individuazione delle istituzioni scolastiche da sottrarre temporaneamente alla immediata operatività dei nuovi limiti massimi di alunni per aula, quanto piuttosto all’elaborazione di un vero e proprio atto generale, a natura programmatica, avente ad oggetto la riqualificazione dell’edilizia scolastica, in specie di quelle istituzioni non in grado di reggere l’impatto delle nuove regole introdotte con riguardo alla formazione numerica delle classi».
«Il Collegio, d’accordo sul punto con il giudice di primo grado», si legge ancora nelle motivazioni, ha ritenuto che l’articolo che prevede il piano generale di edilizia scolastica «imponga quindi l’elaborazione di un vero e proprio atto generale, a natura programmatica, avente ad oggetto la riqualificazione dell’edilizia scolastica, di cui costituisce solo un segmento l’individuazione delle istituzioni scolastiche cui estendere il meccanismo di temporanea ultrattività dei limiti massimi di alunni per classe previsti dal decreto del Miur adottato in data 24 luglio 1998».
Esultano così i consumatori che hanno promosso la class actione e il Codacons ricorda che «ora il Ministero dovrà obbligatoriamente emanare il piano di edilizia scolastica, come stabilito dalle leggi vigenti».
Per Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, «la decisione del Consiglio di Stato è un’ulteriore sonora bocciatura delle politiche del Governo Berlusconi sulla scuola: come richiesto ripetutamente alla ministra Gelmini, sono necessari un piano di edilizia scolastica, la messa in sicurezza degli edifici e l’immediata sospensione dell’aumento del numero degli alunni per classe. Altro che riforme epocali! Si mette in discussione ogni giorno la sicurezza e il diritto di alunni e del personale della scuola ad avere a disposizione spazi vitali per potere insegnare e apprendere meglio».
A questo punto, in definitiva, gli istituti scolastici dovranno adeguare le proprie strutture alla nuova regola.
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