Blocco tariffe idriche: è polemica
Il Cipe ha deliberato il blocco fino al giugno dell`anno prossimo. Le aziende parlano di “decisione molto grave“ ma i consumatori si dichiarano soddisfatti. I problemi nel settore, però, rimangono.
MILANO ? Di fronte alla delibera del Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) che prevede il blocco delle tariffe idriche fino al 30 giugno 2002, Federgasacqua, l`associazione che riunisce in Italia più di 400 imprese che si occupano della gestione dei servizi idrici ed energetici, ha reagito parlando di ?decisione molto grave?. ?Siamo profondamente sconcertati dal fatto che solo due settimane fa, in occasione della Giornata Mondiale dell?Acqua, tutte le istituzioni hanno ribadito l?importanza e la strategicità dei servizi idrici ed hanno invitato all?aggiornamento delle infrastrutture ? ha dichiarato Andrea Lolli, presidente dell?associazione ?. Ma chi farà mai investimenti se le tariffe non sono in grado di remunerarli??. Federgasacqua sottolinea inoltre che le tariffe nel nostro Paese sono tra la metà e un quarto di quelle praticate nel resto d?Europa e che, soprattutto al Sud, le infrastrutture sono in alcuni casi in pessimo stato.
Felice per la decisione del Cipe, invece, il Codacons, una delle associazioni per la difesa dell?ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori. In generale, ha dichiarato il capo ufficio legale Italo Mannucci, il Codacons è contrario a qualsiasi blocco della concorrenza. In questo caso, però, la situazione è particolare. Quello dell?acqua, infatti, è un mercato peculiare che tratta di un bene primario, e questo le aziende devono tenerlo presente. E nei casi in cui manchi la qualità del servizio, lo Stato deve togliere le concessioni.
In realtà non si può nemmeno parlare di un vero e proprio libero mercato, continua Mannucci. A causa della divisione settoriale del ramo, infatti, esiste in sostanza un regime di monopolio dal quale le aziende traggono profitto.
Rapportare le tariffe tra Paesi diversi, ha concluso poi Mannucci, è fuorviante. E? infatti necessario paragonare le condizioni idriche di ciascun Paese, prima di poterne confrontare le tariffe.
Dello stesso parere Paolo Martinello di Altroconsumo secondo il quale raffrontare i prezzi in vigore nei diversi Paesi europei “è un discorso di lana caprina, in quanto vi sono zone in cui, vista l?abbondanza, l?acqua costa molto meno rispetto ad altre. Non ha senso, quindi, un confronto di questo tipo“.
In quanto alla decisione del Cipe, se si propone di arginare eventuali speculazioni il blocco delle tariffe va visto in maniera positiva. ?Cattiva è la lettura che vi si può dare ? ha aggiunto Martinello ? se il provvedimento va ad incidere sulla qualità dell?acqua che, però, a nostro avviso c?è già?.
Al di là della qualità dell?acqua, comunque, sostiene Legambiente, è necessario considerarne anche la quantità. ?Una dissennata gestione delle risorse idriche?, infatti, fa sì che ?il 35% della popolazione italiana servita dalla rete acquedottistica non disponga di acqua sufficiente per almeno tre mesi l?anno?.
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