Bloccata l’ indagine sulla Juve
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fonte:
- Libero
TOMMASO LORENZINI Il dato assodato è che i dirigenti della Juve, i più alti sotto al presidente Andrea Agnelli, vale a dire il capo operativo del club Fabio Paratici e il suo braccio destro, Federico Cherubini, hanno contattato il rettore dell’ Università di Perugia, Maurizio Oliviero, per chiedergli come organizzare l’ ormai famigerato esame di italiano utile a far ottenere la cittadinanza all’ attaccante del Barcellona, Luis Suarez. Cherubini è di Foligno, da tempo conosce Oliviero, dunque la pratica era uscita comoda. Che poi superare l’ esame servisse veramente a ingaggiare il bomber come comunitario non è dato sapere, perché la Juve ha lo “mollato” pochi giorni prima del test; ora, la vulgata che circola è che gli agenti di Suarez, scaricato dal Barça di Koeman, si fossero messi ad offrirlo un po’ a tutti. La Juve, bisognosa di un attaccante, aveva risposto all’ abboccamento, la trattativa si è interrotta però parallelamente il club ha continuato a tenere il polso della situazione perugina anche per dare una mano al procuratore di Luis (favori che poi tornano sempre indietro, nel calciomercato) e magari aprirsi un nuovo canale di contatti all’ Università nel caso di futuri test da far sostenere a propri tesserati. In questi due casi, oggettivamente reati non se ne vedono, sembrano comuni strategie aziendali. Dal punto di vista dell’ immagine mediatica è di certo un altro discorso e questo l’ abbiamo scritto. Altrettanto certamente nei prossimi giorni non vedremo più in giro intercettazioni né dichiarazioni allegre degli interessati dall’ inchiesta. Intorno alle 18 di ieri l’ Ansa batte la notizia che Raffaele Cantone, il procuratore capo di Perugia, ha deciso di bloccare a tempo indeterminato tutte le attività d’ indagine relative all’ esame farsa di Suarez. Una decisione clamorosa che arriva però dopo diversi giorni di musi lunghi e nervosismo per le fughe di notizie e di documenti. Uno stillicidio quotidiano da parte di una o più manine interne agli ambienti giudiziari che Cantone evidentemente non ha tollerato, perché ha anche deciso l’ apertura di un fascicolo per accertare eventuali responsabilità, circostanza che prefigura come, secondo il procuratore, qualcuno dei suoi, o comunque qualcuno vicino all’ indagine, abbia superato il segno: «Sono indignato per quanto successo finora, compreso l’ assembramento dei mezzi di informazione oggi sotto alla Procura. Faremo in modo che tutto questo non accada più». PAROLE E SOSPETTI Già nei giorni scorsi Cantone aveva mostrato irritazione per quelle che ritiene ripetute «violazioni del segreto istruttorio», e aveva sorpreso il comunicato irrituale di quattro giorni fa con il quale spiegava le perquisizioni in Università a seguito delle «irregolarità» nell’ affaire Suarez. Ieri sera, soprattutto sui social, sport diffusissimo è stato fare uno più uno, vale a dire “ecco, la Juve si infuria, chiama Perugia e Cantone ferma tutto”. Insomma, la solita storia che quando il padrone alza la voce… In realtà, la presunta sudditanza nei confronti della Signora stavolta potrebbe averci poco a che fare. Più che per una mai provata né provabile telefonata di Agnelli, pare che Cantone abbia fermato tutto perché non gli è piaciuta la diffusione di alcune parti di intercettazioni che non facevano parte dell’ ordinanza di perquisizione (fra le quali l’ accenno alla vittoria della Champions e il riferimento a Paratici), anche perché, a ieri sera, non risultava depositata l’ informativa e quindi il contenuto non era neanche a conoscenza degli avvocati degli indagati e delle parti in causa. Tanto che la settimana prossima la macchina investigativa dovrebbe ripartire normalmente (con un atteso cambio degli ufficiali giudiziari incaricati). La Procura sta anche indagando su responsabilità collaterali, sta sentendo varie persone informate sui fatti e ieri sono stati ascoltati i legali della Juve, sia Maria Turco, avvocato che ha materialmente seguito la pratica con il direttore generale dell’ Università Olivieri (indagato), sia Luigi Chiappero, che ha esclamato: «Devo essere grato ai pm per averci chiamato subito: la verità viene spesso alterata, tagliata, ricostruita e restituita in un racconto che magari serve più al lettore, ma che non è la verità». Intanto il Codacons, con una delle solite note iperboliche, chiede che se la Juve risulterà coinvolta nell’ esame farsa la Federcalcio la retroceda. riproduzione riservata.
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