5 Luglio 2002

Black-out della spesa

Black-out della spesa
contro gli euroaumenti


ROMA ? L`Istat insiste nel sostenere che l`inflazione è stabile al 2,2%, ma quella che viene percepita dalle famiglie italiane è di molto superiore, quasi il 4%. E non è una sensazione: è un dato riscontrabile attraverso un attento controllo dei prezzi al consumo. La frutta sarebbe aumentata del 5%, le patate del 22%, le consumazioni al bar intorno al 3,5%.
In media, su una quarantina di prodotti di vario genere, almeno 19 sono aumentati del 4, 4,5%. Una lievitazione dei prezzi ingiustificata, ma assolutamente tangibile.
Consigli per gli acquisti
Che le associazioni dei consumatori imputano esclusivamente ai commercianti, che «arrotondano» senza pietà. Così hanno indetto per oggi lo sciopero dei consumi, già ribattezzato «black out della spesa». In sostanza, le associazioni (dall`Adoc all`Adicomsum fino alla Federconsumatori e al Codacons) chiedono a tutti gli italiani di non comprare nulla per l`intera giornata di oggi.
«Se tutti i consumatori aderissero allo sciopero ? spiegano ? i commercianti avrebbero un danno teorico di 700 milioni di euro».
Adiconsum e Unc, inoltre, chiedono al governo di evitare altri aumenti dei prezzi, in particolare di metano, rc auto, benzina e multe antitrust che, in particolare in questo mese di luglio, hanno pesato in media 200 euro a famiglia (dati dei consumatori).
Ma cosa può fare il consumatore medio per tutelarsi dall`aumento dei prezzi? Ecco cosa suggeriscono Adiconsum e Unc in una sorta di decalogo. Primo: fa fede solo il prezzo esposto, anche se quello battuto alla cassa è superiore; nei bar, se non è esposto il prezzo ai tavoli, il consumatore deve pagare quello corrispondente alle consumazioni al banco, il prezzo della merce sfusa deve essere al chilo, altrimenti il consumatore può denunciare negozianti e ambulanti inadempienti, il venditore è sempre responsabile del prodotto difettoso e ha l`obbligo di sostituirlo: se non è possibile, il consumatore ha diritto al rimborso.
Poi, non è vero che durante i saldi il prodotto difettoso non deve essere sostituito o rimborsato. Ancora: se il consumatore sospetta che nei prodotti alimentari confezionati il contenuto sia inferiore a quello dichiarato in etichetta, ha diritto a chiedere l`apertura della confezione e la pesatura del contenuto e la vendita delle merci si intende sempre al netto.
Infine, i prodotti alimentari con l`etichetta «da consumarsi entro il…» non possono essere venduti dopo la data di scadenza, pena una sanzione.
Fin qui le norme per difendersi sempre dai soprusi, ma sul fronte dei cosidetti «rincari da euro» il discorso è più complesso. Perché, per notare un rincaro esagerato, bisogna ricordarsi esattamente quanto costava quello stesso prodotto prima dell`entrata dell`euro.
Sit-in di protesta
La maggior parte delle famiglie che vive con un solo stipendio, comunque, ha avuto ben poco da controllare e all`euro si è dovuta adattare. Difficile, infatti, continuare a fare i conti in lire e poi convertire «mentalmente» in euro ogni mezzo minuto. E i commercianti lo sanno.
Oggi le associazioni consumatori in sciopero organizzeranno un sit-in davanti all`Istat «reo» a loro dire, di «non dare i numeri giusti sul fronte dell`inflazione». Con il sit-in le associazioni chiedono all`Istat di adeguare le proprie rilevazioni fornendo diversi panieri per le varie tipologie di famiglie e consumatori e di introdurre voci di spesa mancanti.

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