5 Luglio 2002

«Black out» degli acquisti

«Black out» degli acquisti nell`ambito della protesta indetta dalle Associazioni dei consumatori

Euro e rincari, oggi niente spesa

Gli utenti sigillano i portafogli in risposta all`impennata dei prezzi
Una giornata «francescana» per dare un segnale al Governo



Niente caffè al bar, niente giornali, non si va dal parrucchiere né si fa il pieno di benzina. Una giornata letteralmente a pane ed acqua (comperati ieri), senza neppure usare il telefonino e pure i mezzi di trasporto. Per oggi le Associazioni dei consumatori hanno indetto lo sciopero degli acquisti, una protesta sicuramente insolita ma che dovrebbe dare la misura della contrarietà dei consumatori per i rincari ingiustificati e talvolta smisurati che dall`entrata in vigore della moneta unica europea hanno interessato tutti i generi di consumo ed i servizi. Secondo Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori l`Istat non terrebbe conto dell`aumento dei prezzi. I sit in odierni, infatti, si terranno davanti alle sedi nazionale e regionali dell`Istat. Per la Puglia, il concentramento è previsto davanti alla sede Istat di Bari. «A nessuno possono sfuggire gli arrotondamenti selvaggi dell`euro – denuncia Rodolfo Covitti, responsabile cittadino dell`Adoc – E invece, l`Istat ha stabilito che il tasso d`inflazione è nella norma. Ecco perchè invitiamo tutti, massaie, pensionati, single, giovani, ad astenersi dall`effettuare qualsiasi spesa, in maniera da dare un segnale forte al Governo, ai commercianti ed a quanti condizionano negativamente il mercato».
Dunque, oggi è vietato comperare latte, andare al cinema, cenare al ristorante e, possibilmente, anche restando in casa bisognerebbe riuscire a non accendere la televisione, nè gli impianti stereo ed il computer nè il telefono, se non per situazioni strettamente necessarie. Una giornata rigorosamente francescana, per contestare i rincari che, secondo le Associazioni dei consumatori, hanno toccato pure il 400 per cento, come nel caso di qualche medicinale. Tra gli altri aumenti, vengono segnalati solo alcuni come quello riguardante lo zucchero (lievitato di oltre l`undici per cento), le patate (22 per cento), le cipolle (15 per cento), il latte fresco (4.2 per cento). Federconsumatori osserva che gli aumenti più rilevanti riguardano la cosiddetta “domanda giornaliera rigida“, ossia quei prodotti, in particolare alimentari, che vengono acquistati tutti i giorni da tutte le categorie dei consumatori. Ed oggi, lo sciopero della spesa è l`occasione buona per protestare pure contro il rincaro delle bollette, dei servizi bancari, delle polizze auto, dell`ingresso ai musei.
E chissà che la giornata con queste regole monastiche non faccia bene, oltre che al portafoglio, pure alla salute.

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