6 Giugno 2019

«Bisogna cambiare il sistema dell’ sos»

La quiete dopo panico e terrore. In via Madonna del Rosario nel primo pomeriggio di ieri le bancarelle erano smontate. Quelle presenti nell’ area sono state danneggiate dalla deflagrazione di una bombola presente nel camioncino adibito alla vendita di polli allo spiedo. Ci sono i Carabinieri che effettuano i sopralluoghi prima che venga rimossa la carcassa del furgone, c’ è qualche ambulante che aspetta di poter rimuovere il mezzo e la bancarella. L’ emergenza in ospedale, invece, si è conclusa alle 18,30 quando l’ ultima paziente – ritenuta grave – Rosa Ascia di 61 anni è stata accompagnata dalla ProCivis al Cannizzaro di Catania per le ustioni riportate in parte del corpo. Una giornata frenetica iniziata quindici minuti prima di mezzogiorno quando il furgoncino di polli allo spiedo è stato avvolto dalle fiamme e qualche minuto dopo in ospedale è giunta Melania Marretta accompagnata da un congiunto. Da quel momento in poi si è messa in moto la macchina dell’ emergenza. Da una parte le ambulanze del 118 e due elisoccorsi (coordinati dal dott. Giuseppe Misuraca) per trasportare i pazienti, al pronto soccorso i medici dell’ emergenza – guidati da Gaetano Orlando – e quelli della Rianimazione guidati da Salvo Damante. C’ era anche il primario di chirurgia Nino Tirrò al pronto soccorso perché di casi gravi ne sono giunti un bel po’. Il bilancio finale è stato di 15 feriti, tra questi 7 sono stati trasferiti tra Catania e Palermo. In termini medici: quattro codici rossi (con relativa induzione al coma), 8 codici gialli e poi tutti gli altri verdi. Una vera e propria emergenza sanitaria perché molti feriti sono stati accompagnati in ospedale con le vetture private. Tutto questo si è registrato nel momento in cui in ospedale mancano infermieri così per evitare il collasso del pronto soccorso sono stati chiamati ad intervenire diversi infermieri ed operatori sanitari che erano negli altri reparti. Non è stata facile neanche la gestione dei trasferimenti perché in organico quale autista del pronto soccorso ce ne era solo uno.È nel momento dell’ emergenza che esce fuori la grinta, il riscatto di una città. Senza esitazione alcuna c’ è stato chi ha iniziato a mettersi subito al lavoro, compresi i tanti volontari ospedalieri.Gestire un’ emergenza simile non è stato facile ma oggi alla luce delle tante persone salvate potranno raccontare tutt’ altra cosa. Alle 14, quando i casi clinici più critichi erano già stati trasferiti, il sindaco Lucio Greco con il commissario Rosario Arena ed l’ on. Giuseppe Arancio, dopo essersi recati in via Madonna del Rosario, hanno raggiunto l’ ospedale. Il primo cittadino si è lasciato andare ad un commento «nonostante le condizioni dell’ ospedale – ha detto – si è fatto un ottimo lavoro e si è ben fronteggiata la situazione». «Non possiamo non segnalare – dicono Salvo Camiolo e l’ avv. Angelo Cafà dell’ associazione Codici – che purtroppo i soccorsi non sono stati tempestivi. Non ci sentiamo di colpevolizzare gli operatori che si ritrovano già a dover fronteggiare i molteplici disagi dovuti alla mancanza di risorse e affrontano con grande spirito di sacrificio le emergenze, ma il sistema di soccorso, ad oggi, risulta alquanto obsoleto. Non si può ancora, nel 2019, sentirsi dire “deve chiamare il numero locale di riferimento”. Il sistema adottato appare non idoneo oltreché inadeguato a fronteggiare una emergenza come quella che si è verificata. Riteniamo di dover segnalare alle Autorità di competenza di rivedere il sistema di soccorso sia in termini tecnologici sia in termini gestionali». Il Segretario Nazionale del Codacons, Francesco Tanasi – nell’ esprimere la propria vicinanza ai feriti – con rammarico coglie l’ occasione per denunciare l’ assenza di controlli e la mancata osservanza delle norme di sicurezza che, se rispettate, avrebbero permesso di evitare o quantomeno di prevenire eventi del genere che sono solo gli ultimi di una lunga serie.l. m.

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