Bio-on, 1.100 azionisti come parte civile Terza asta, il prezzo scende a 54,5 milioni
- fonte:
- Corriere Romagna
CASTEL SAN PIETRO RICCARDO ISOLA Nella giornata di ieri si è tenuta l’ultima udienza per permettere ai risparmiatori di potersi costituire come parte lesa nella vicenda Bio-on di Castel San Pietro. All’appello si sono “presentati” ulteriori nuovi 300 ex azionisti arrivando in totale a quota 1.100 unità. Nell’udienza si è inoltre stabilito che il processo ai danni dei vertici dell’azienda inizierà il 6 dicembre. Rimane invece ancora aperta l’asta per la vendita del complesso strutturale e degli asset aziendali che nel secondo appuntamento è andata deserta. La vicenda Un vero e proprio terremoto finanziario, quello innescato dall’ex start up castellana guidata da Marco Astorri, visto che nel luglio di tre anni fa il titolo Bio-on sfiorava il suo record di Bio-on, 1.100 azionisti come parte civile Terza asta, il prezzo scende a 54,5 milioni valutazione di 70 euro ad azione, portando la capitalizzazione alla cifra di 1,3 miliardi di euro. Una performance che da lì a poco si è però sgretolata tra-volgendo centinaia e centinaia di persone, dipendenti inclusi. Il caso che ha travolto la società di bioplastiche Bio-on scoppia, infatti, nell’ottobre del 2019 quando una decina di persone, tra cui i vertici aziendali, sono state raggiunti da misure cautelari e sequestri, a seguito degli accertamenti effettuati dalla Guardia di finanza sulla società quotata sul mercato Aim e accusata di essere un “gigante dai piedi d’argilla” dal fondo americano Quintessential. Le accuse principali spaziano da bilanci falsi a ricavi fittizi fino ad arrivare alla falsa contabilizzazione delle licenze. Terza asta il 26 ottobre Intanto altro si muove sulla vicenda. Dopo il nulla di fatto a maggio e luglio scorsi, adesso i curatori fallimentari di Bio-on lanciano la terza asta, prevista per il 26 ottobre prossimo, per la cessione dell’intero patrimonio industriale, con una base di partenza di fatto quasi dimezzata rispetto alla prima tornata (95 milioni) e abbassata di quasi 20 milioni di euro rispetto alla seconda (era fissata a 72 milioni di euro). Sarà infatti di 54,5 milioni di euro la base di partenza con offerte in aumento di almeno 100mila euro. Il termine per presentare le offerte è per le 12 del 26 ottobre. Migliaia gli azionisti coinvolti Tra chi è rimasto toccato dallo scoppio di questa bomba, e poi costituitosi parte civile,ci sono centinaia di piccoli risparmiatori e azionisti italiani a cui si aggiungono anche nomi noti del mondo istituzionale e imprenditoriale. Tra gli altri c’è anche la società Ima. Tra le associazioni invece si contano: Adusbef, Codacons e Presidium (questa rappresenta il 15% degli italiani costituitisi parte civile in causa), seguiti da Banca Finnat e Zeropack, società che ha sviluppato il progetto delle bioplastiche con la Bio-on. «Siamo in un momento fondamentale per la tutela dei piccoli azionisti – afferma l’avvocato di Presidium, Giampiero Falzone – visto che con l’udienza di ieri siamo arrivati ad avere, in totale, 1.100 risparmiatori costituitisi parte civile. Adesso aspettiamo l’inizio del processo, visto che le finestre per poter provare a riottenere qualcosa sono finite. O meglio – precisa l’avvocato – potrebbe ancora esserci qualche chance per i risparmiatori truffati se in fase di dibattimento si aprisse un nuovo capo d’imputazione per bancarotta»
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