Binini: purtroppo la storia si ripete… troppi suggestionabili
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fonte:
- il Tirreno
MASSA- Sembra che a Carrara il fatto di credere ai santoni e farsi raggirare sia una pratica diffusa. O almeno lo era. Parola di Eugenio Binini, l’altro vescovo emerito di Massa Carrara e Pontremoli (oltre a Giovanni Santucci) che contattato da noi sull’operazione Verum Est, quella che vede il finto santone Matteo Giovanelli, il 42enne di Alessandria, ai domiciliari per i reati di truffa e circonvenzione d’incapace ha detto fra l’altro «Quando ero a Massa- Carrara ho notato che c’era questa prassi e che il problema era enormemente diffuso. E mi sembra che non sia cambiato molto. Personalmente ho visto esperienze analoghe a questa vicenda, si assomigliano tutte e riguardano persone che sono prigioniere della propria fantasia, che non sono mature e per questo più facilmente contagiabili degli altri. Queste persone che si fingono santoni li suggestionano, il loro modo per stare a galla. Molta gente gli va dietro – prosegue Binini – parliamo di commercianti dell’assurdo e questo non ha niente a che vedere con il cristianesimo o il demonio, che riesce a torpiloquiare anche attraverso di loro perché non lo rappresentano». Insomma, una disamina di uno spaccato di vita che ai giorni nostri sembra assurdo. Eppure succede: «Queste persone – aggiunge il vescovo emerito Binini – sono come gli usurai quando c’è una crisi economica e trovano molte persone che si attaccano per la disperazione. Questo è il guaio. Da un punto di vista cristiano queste persone andrebbero scomunicate. Il problema è che chi casca in queste truffe non lo dice, ha difficoltà ad ammettere che sia stato truffato. La mia conclusione è che dove non si vive in fede cristiana, quella autentica e matura, si cade in questi imbrogli. Non condanno nessuno per carità, ma è troppo tempo che non si è agito. Queste persone non devono più essere riconosciute come membri della chiesa». L’Amministratore apostolico Gianni Ambrosio, da noi contattato ha preferito non rispondere. Ma torniamo ai fatti: casi simili si leggono e si possono vedere in molti servizi televisivi dove sedicenti guru e finti santoni riescono a far crescere il loro conto in banca. Parliamo di un vero e proprio business. Un business basato sull’inganno come spiega padre Enrico Di Vita, l’esorcista della diocesi di Massa Carrara. Uno che a differenza del santone sa di cosa si parla di demonio: «La cosa può essere avvenuta in combutta con il demonio anche senza la piena coscienza del soggetto – precisa da esperto in materia – l’uomo ha bisogno di credere in qualcosa che lo rassicuri, o in Dio o in se stesso, in qualcuno che gli sembri degno di fiducia. Da qui la facilità dell’inganno Senza solide basi di fede il demonio potrebbe sedurre anche i santi, se Dio lo permettesse. Questa persona che non conosco – allude al finto santone – potrebbe averlo fatto per interesse economico o perché lui stesso sedotto dal demonio, ma non escludo anche una compiacente vanità». E anche il finto santone scoperto grazie all’operazione della questura di Massa- diventa un caso di cronaca, che va ad affiancarsi ai numerosi casi che spesso coinvolgono persone disperate alla ricerca di un qualcosa che non riescono a trovare nella vita normale. Basti pensare che ogni anno cascano in questa rete circa tredici milioni di persone (fonte Codacons), e questo solo in Italia. Un fenomeno in crescita e nel nostro caso molto particolareggiato, reso più veritiero dai numerosi alias che l’ex agente assicurativo della provincia di Alessandria utilizzava. Alias che usava mandare mail e rassicurare le vittime delle sue collaborazioni importanti con esorcisti famosi o dei suoi viaggi nel cielo dove incontrava Dio. Insomma, niente da invidiare al mago Do Nascimento, popolare volto tv degli anni Novanta, anche se a differenza dell’ex agente assicurativo poteva contare sul potere della televisione. Alessandra Poggi
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