Bimbi a lezione a Capodimonte: “Ora De Luca riapra, basta Dad”
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- Cronache di Napoli
NAPOLI – Vincenzo De Luca chiude le scuole ma i genitori non si arrendono. Cruciverba, disegni, giochini matematici, fiabe e chi più ne ha, più ne metta: al Bosco di Capodimonte ieri mattina un gruppo di bimbi delle elementare i cui genitori hanno aderito all’iniziativa di protesta contro il ritorno in Dad scattato lunedì e fino al 14 marzo in tutte le scuole della regione. Insomma, un protesta a tutti gli effetti: la giornata di disconnessione è stata proposta dal gruppo NoDad ‘Usciamo dagli schemi’. Hanno aderito circa 30 bimbi delle terze, quarte e quinte elementari, accompagnati dai genitori o dai nonni. Niente Pc, studio all’aria aperta approfittando della bella giornata che ha baciato Napoli ieri. “La Dad non produce risultati. Sappiamo che non esiste il rischio zero, ci assumiamo la responsabilità, ma a scuola il livello di protezione è più che soddisfacente”, spiegano. Per venerdì è prevista una seconda giornata di ‘sciopero’. più piccoli, approfittando della disconnessione, è stata organizzata una visita allo zoo. I più grandi saranno impegnati in un percorso di trekking al Casale di Posillipo, armati di fotocamere e acquerelli. La settimana di protesta si chiuderà sabato con una manifestazione davanti alla stazione in via Toledo. I genitori no- metteranno in scena un piccolo spettacolo sulla Dad. Intanto, sul fronte dei ricorsi al Tar della Campania, il ‘Coordinamento scuole aperte sempre’ non si arrende. “I ricorsi vanno avanti, il Tar non ha respinto proprio niente. Verranno discussi nel merito”, spiega Palmira Pratillo. genitori hanno affidato al Codacons il compito di portare avanti le istanze nel tribunale amministrativo. Intanto a Napoli come in tutta Italia, prosegue la mobilitazione della rete ‘Priorità alla Scuola’, agglomerato di associazioni e comitati. Hanno lanciato la campagna “La scuola non si chiude con nessun colore”, una reazione alle anticipazioni del Comitato Tecnico Scientifico che prevede aule chiuse e ritorno alla didattica a distanza per le regioni che verranno ‘declassate’ in fascia rossa. “Migliaia e migliaia di mamme, papà, docenti, studenti si fotografano con la richiesta di tenere le classi aperte in presenza. Tutto è raccolto e pubblicato online, veicolato tramite i social”, spiega Martina, una delle aderenti. Infine, si organizzano anche gli studenti delle superiori. Sono la fascia più colpita di tutte, in Campania e in Italia. “Non andiamo a scuola da un anno. Comprendiamo i rischi, ma allo stesso tempo non è più accettabile studiare e seguire dietro un monitor. La scuola è il più grande fallimento della nostra classe dirigente. Protesteremo ancora”, spiega Nicola dell’associazione ‘Scuola SiCura Insomma, da qualsiasi punto di vista si guardi a questa situazione, per gli alunni e il mondo della scuola non c’è pace.
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