23 Giugno 2014

BIANCO E TANASI LANCIANO LA CAMPAGNA «IO MANGIO SANO E SICILIANO»

BIANCO E TANASI LANCIANO LA CAMPAGNA «IO MANGIO SANO E SICILIANO»

Il sindaco Enzo Bianco e il leader dei consumatori Francesco Tanasi ieri, dal Mercato del contadino di piazzale Sanzio, hanno lanciato l’ iniziativa «Io mangio sano e siciliano», una campagna in difesa dei prodotti di qualità isolani. L’ iniziativa nasce proprio a Catania dove di domenica in domenica si registra un continuo successo del Mercato del Contadino (vendita diretta da produttore a consumatore) organizzato da Comune, Cia, Confagricoltura, Agriturist, Consaambiente e Codacons. «Vogliamo avviare – affermano Bianco e Tanasila più grande campagna promozionale in difesa del made in Sicily. Si tratta di una concreta operazione di rilancio della qualità dei prodotti siciliani che mira ad informare i consumatori della possibilità di mangiare bene e a costi ridotti scegliendo prodotti della filiera corta, aiutando così anche l’ economia siciliana a ripartire». «I consumatori – sostiene Tanasi – non hanno ancora ben chiaro il potere che, se bene organizzati, possono esercitare sui mercati e sulle scelte anche politiche che condizionano la qualità della loro vita». E Bianco conclude dicendo che, «come si evince dal logo dell’ iniziativa, un’ arancia con la scritta “Io mangio sano e siciliano”, ci batteremo a fianco dei produttori e consumatori con energia perché anche al supermercato si trovino le nostre arance, il nostro olio, le mele dell’ Etna, il nostro vino e così via. Percorrere questa strada non può che essere un vantaggio per tutti, produttori siciliani, consumatori e distributori» «E questo – sottolinea Pompeo Benincasaspendendo circa 70.000 euro, la metà di quanto Catania ha speso per il festival di Battiato tra i 60.000 euro dati direttamente dal Comune e le sponsorizzazioni da questo sollecitate e trovate, sottraendole ad altri possibili impieghi, come potevano essere gli spettacoli per l’ Estate catanese. E il riferimento è ai 58.500 euro dati dall’ Eni, agli oltre 12.000 della Sac, ai 10.000 della Provincia e ai 3.500 della Camera di commercio di Catania. Non solo. A questo si aggiunga che il Comune ha esonerato l’ agenzia modenese Imartsche ha curato il festival di Battiato – dal versare l’ 8% degli incassi e dal pagare le sedi, come il Teatro Sangiorgi, 3.000 euro a sera più Iva, messo a disposizione gratuitamente per tre serate, mentre noi non l’ abbiamo mai avuto gratis. E dire che si tratta di una multinazionale – la Sony Bmg, socia unica della Imarts – che soltanto in Italia fattura 950 milioni l’ anno. Per cui ad una multinazionale si mettono a disposizioni spazi gratis, si danno fondi e si cercano sponzorizzazioni, mentre agli operatori culturali catanesi niente di tutto questo. Il Comune è stato pronto a finanziare una multinazionale, ma non la propria estate catanese. Assurdo. E dire che questa strada, quella della compartecipazione – per cui gli spazi pubblici sono messi a disposizione gratuitamente e nulla viene chiesto agli operatori culturali – è la strada seguita da molti comuni siciliani e italiani». E conclude con una considerazione amara. «Questa amministrazione è ingrata. L’ estate scorsa, appena insediata, ci ha chiesto di farci carico della città e della sua stagione. E noi l’ abbiamo fatto sostenendo tutte le spese, comprese quelle per spettacoli che abbiamo offerto al pubblico gratuitamente, soldi che adesso per noi sarebbero ossigeno per andare avanti. E ora il Comune ci dice che chi vuole fare cultura a Catania deve pagare».

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