30 Luglio 2008

Berlusconi lascia uno spiraglio per il futuro dell`aeroporto

«La strada per l`aeroporto è sempre più difficile ma uno spiraglio potrebbe ancora esserci». La prima parte del commento a caldo dell`amministratore unico di Aeroporti Vicentini, Mario Martello, non ha bisogno di tante spiegazioni: la decisione del Consiglio di Stato è stata una doccia fredda anche per lui. Lo spiraglio al quale fa riferimento Martello è invece contenuto in una lettera che l`amministratore ha ricevuto il giorno prima del responso di palazzo Spada.
Una comunicazione, firmata dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi, e indirizzata ad Aeroporti Vicentini e, per conoscenza, anche al sindaco Achille Variati, che da un lato preannunciava l`esito del Consiglio di Stato e dall`altro forniva rassicurazioni sul destino dello scalo vicentino. Inequivocabile Berlusconi sul Dal Molin: «Destinare l`area agli americani è un impegno internazionale liberamente assunto dall`Italia e ribadito negli anni da governi di diversa maggioranza politica che intendo irrevocabilmente adempiere» scrive il premier, dichiarandosi però favorevole a mantenere le funzionalità dell`aeroporto. Ma il presidente del consiglio assolve con formula piena anche il progetto Costa: «Il governo si è assunto l`impegno di ricostruire la pista (il progetto preliminare è già stato predisposto dall`Aeronautica militare) per favorire gli utilizzi e mantenere la possibilità di utilizzi, anche commerciali, futuri legati alla evoluzione delle tecnologie aeree a nuovi aeromobili in grado di sfruttare piste come quella di Vicenza». Una contraddizione in termini, secondo Martello, per il quale «Berlusconi forse non è al corrente che la pista rototraslata si riduce e non serve a niente: così l`aeroporto muore». Per questo, già ieri, l`amministratore ha scritto a sua volta al premier spiegando che «il progetto di rototraslazione della pista è da sempre stato contestato in quanto la riduce da 1500 a 1000 metri e quindi non viene mantenuta l`assenza di impatti negativi e il totale mantenimento delle potenzialità della struttura esistente» e aggiungendo di restare «a completa disposizione per dimostrare quanto espresso se ne avessi la possibilità e lei lo ritenesse opportuno».

In sostanza Martello non vuole ancora mollare, nonostante le fumate nere. Aeroporti Vicentini, giusto pochi giorni fa, si era costituita parte in causa a palazzo Spada, a fianco di Comune e Codacons. Una scelta dettata da motivazioni precise: salvare lo scalo civile, irrimediabilmente perduto, secondo Martello, con la costruzione della caserma statunitense ad ovest, come indicato dal piano Costa. «Sono costernato dal fatto che in Europa stanno aprendo tutti gli aeroporti chiusi mentre in Italia si chiudono quelli aperti», dice l`amministratore che adesso aspetta ottobre. Secondo gli accordi, in autunno finirà infatti anche l`attività dello scalo civile. Se con l`annullamento della sospensiva del Tar gli americani potrebbero già entrare da domani al Dal Molin, l`unica area preservata, per adesso, è proprio quella dell`aeroporto civile. La sua attività potrà continuare ancora per due mesi e poi, salvo imprevisti, le ruspe spaccheranno anche la pista. Secondo Berlusconi, una difficoltà temporanea in attesa della rototraslazione, secondo Martello un requiem per Aeroporti Vicentini e per l`aeroporto Dal Molin.

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