Ber Banca, correntisti pronti a ricorrere al Tar
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fonte:
- Corriere di Bologna
Da un lato l’ operazione salvataggio lanciata da Banca Intesa, (dead line il 7 marzo), dall’ altro una class action per tutelare correntisti azionisti che da dicembre si sono ritrovati con i conti congelati e col rischio di perdere i risparmi. Sono questi i fronti caldi che tengono col fiato sospeso centinaia di clienti di Ber Banca, la banca dei paperoni» finita sotto inchiesta per un buco di 170 milioni di euro ora commissariata. In attesa di capire se andrà in porto la trattativa con Banca Intesa per rilevare l’ istituto di via Farini (i segnali sono positivi e Bankitalia ha ricevuto via libera all’ operazione dalle banche creditrici) i correntisti sono pronti a rivolgersi al Tar e al tribunale pur di tornare a disporre del proprio denaro. C’ è di più, tra le opzioni in campo c’ è anche quella di chiamare in causa per danni da «mala gestio» i componenti del cda di Ber Banca «dal momento che nei verbali dell’ ispezione di Bankitalia c’ è scritto che il buco deriva da negligenze del cda e del collegio dei sindaci che doveva controllarlo» , dice Bruno Barbieri, vicepresidente Codacons, che non esclude di aggredire i beni degli ex amministratori. Intanto gli ex membri del cda sono stati multati da Banca d’ Italia per 60 mila euro ciascuno. La banca famosa per aver gestito i patrimoni della Bologna «bene» , e che tra i propri correntisti annovera gli eredi Pavarotti, è al centro di un’ inchiesta del pm Antonello Gustapane che vede indagate tredici persone per truffa, infedeltà patrimoniale e riciclaggio. Le criticità economiche di Ber Banca stanno scritte nere su bianco nel rapporto che la Finanza ha recentemente inviato al pm. L’ ipotesi degli inquirenti è che ingenti somme di denaro siano state trasferite a San Marino. La procura, che è in stretto contatto con Bankitalia, «segue con grande attenzione l’ evolversi della situazione» , ha detto il procuratore aggiunto Valter Giovannini. Nel frattempo però è esplosa la rabbia dei correntisti perché dei «1.500 coinvolti, almeno trenta hanno urgenze impellenti» , spiega Barbieri. Nei giorni scorsi i commissari nominati da palazzo Koch hanno respinto la richiesta di sbloccare i conti mentre per il Codacons «va data ai clienti la possibilità di vendere azioni e mettere i soldi nel conto corrente» , anche perché «il fondo interbancario copre conti fino a 103 mila euro e quindi i movimenti fino a quella cifra potrebbero essere sbloccati» . Il fondo, che garantisce un patrimonio totale di 17 milioni, lascia scoperti 55 clienti (per circa 23 milioni), tra cui Telefono Azzurro. Si tratta di correntisti che rischiano di perdere tutto se la trattativa con Banca Intesa dovesse fallire. E tra le condizioni poste per l’ operazione, che con l’ aumento di capitale dovrebbe portare al salvataggio della banca e alla riapertura degli sportelli, c’ è proprio l’ assenza di cause per risarcimento danni. Codacons ha scritto a Banca Intesa chiedendo di «fare pressione sui commissari per sbloccare i conti, anche per limitare successive richieste di risarcimento» . Dei 170 milioni di passività sofferte dall’ istituto di via Farini, 44 sono infatti riferibili ai clienti. Gianluca Rotondi © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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