Benzina, speculazioni sotto esame L’ Antitrust accende un faro sui prezzi
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fonte:
- L`Unione Sarda
L’ Antitrust accende un faro sui prezzi della benzina. L’ obiettivo è quello di verificare come il prezzo indicato dall’ indice internazionale Platts si ripercuote nei listini e di valutare l’ impatto delle cosiddette "pompe bianche" sull’ intera rete di distribuzione nazionale. Platts è un’ agenzia specializzata e indipendente con sede a Londra, controllata dal gruppo Mc Graw Hill, che dal 1909 definisce il valore a cui le raffinerie possono vendere una tonnellata di benzina o di gasolio in un dato giorno. Agli indici Platts fanno riferimento il 90% delle prime 250 compagnie energetiche del mondo e il 100% dei primi 50 operatori elettrici e del gas, che controllano gli oltre 8.500 prezzi spot, indici, prezzi dei contratti, pubblicati ogni giorno dall’ agenzia. L’ indagine nasce «alla luce di un livello assoluto del prezzo industriale di benzina e gasolio per autotrazione che resta costantemente al di sopra della media europea», denuncia il Garante, secondo il quale, «in un mercato oggettivamente oligopolista come quello dei carburanti, recentemente sembrerebbero emergere fenomeni che potrebbero accrescere la concorrenza, come l’ espansione della modalità di vendita self service a prezzi inferiori rispetto al servizio e l’ abbandono da parte delle società petrolifere dei prezzi raccomandati unici per tutto il territorio nazionale a favore di politiche di prezzo articolate». Soprattutto, spiega l’ Autorità, «si sono sviluppate le pompe bianche in grado di influenzare gli equilibri tradizionalmente esistenti tra le società petrolifere, con prezzi di vendita particolarmente convenienti rispetto a quelli praticati sugli impianti di distribuzione tradizionali». L’ avvio dell’ indagine è particolarmente apprezzato da consumatori e gestori. Il Codacons si augura «possano essere individuate le speculazioni che caratterizzano il settore e punite le compagnie petrolifere responsabili con maxi-sanzioni milionarie che fungano da deterrente», mentre Adusbef e Federconsumatori denunciano i costi «insostenibili» a carico degli automobilisti, che raggiungeranno con l’ aumento delle accise i 268 euro annui.
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