Benzina senza freni “No al taglio delle accise”

ROMA – ANCORA un ritocco, e ancora all’ insù. E sono cinque solo ad aprile. Così la benzina vola a 1,43 euro al litro (2770 vecchie lire) e sfiora il record del 2008, quando il petrolio balzò a 120 dollari al barile. Oggi il barile viaggia sugli 80 dollari. Di raffreddare i prezzi, però, non se ne parla. Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, è categorico: «Il taglio delle accise sulla benzina non è un percorso possibile». Il capofila dei passettini al rialzo è l’ Agip. Le altre marche si allineano velocemente. Solo l’ Erg è rimasta indietro, ma di poco (1,428). L’ ultimo rialzo ha scatenato l’ ira delle associazioni dei consumatori che hanno adombrato l’ ipotesi che le compagnie petrolifere stianno facendo cartello «a danno dei consumatori» e hanno chiesto all’ Antitrust di aprire un’ indagine. IL CODACONS ha calcolato che l’ ultimo rincaro (solo per le partenze del Primo maggio) comporterà per gli automobilisti una maggiore spesa di 20 milioni di euro che finiranno nelle casse delle compagnie petrolifere. La corsa della benzina (ma pure del gasolio) ha spinto il segretario della Cisl, Bonanni, a chiedere al governo «di annunciare un taglio delle tasse su benzina e gasolio, e di sorvegliare i prezzi perché (le compagnie petrolifere) non ce la contano giusta». Il «non è possibile» di Scajola lo ha gelato. In compenso, il ministro ha ribadito di riporre molta fiducia nel protocollo «siglato con tutte le categorie interessate», che entrerà in vigore la prossima settimana e che dovrebbe «far diminuire il distacco dai prezzi medi europei». Il protocollo prevede parecchie cose, tra cui che i prezzi dei carburanti restino fermi per almeno sette giorni. Ieri al Senato è intervenuto il il presidente dell’ Unione Petrolifera, Pasquale De Vita, il quale ha difeso le compagnie sostenendo che «gli aumenti sono giustificati dall’ andamento dei mercati e che le polemiche non hanno senso». Nuccio Natoli.

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