Benzina record da due anni, oltre 1,45
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fonte:
- Corriere della Sera
ROMA – Il picco del prezzo medio è stato raggiunto nei distributori della Tamoil e della Q8, dove la benzina verde è arrivata a 1,450 e a 1,453. In alcuni impianti dell’ Eni in Puglia e Campania si è sfiorato l’ euro e mezzo. Per un litro di benzina quasi tremila delle vecchie lire. Alla vigilia del Natale forse più difficile degli ultimi anni il car o-c a r burante è t or nato a mordere contribuendo a far lievitare la catena dei prezzi. Per un pieno ci vorranno circa sette euro in più rispetto a un anno fa. In linea anche il gasolio per i motori diesel che "viaggia" su 1,33 euro. Secondo le rilevazioni periodiche di Quotidiano energia, l’ aumento è a macchia di leopardo con punte al Sud e con rincari medi nel corso del week end di due, tre centesimi al litro. Si tratta della quotazione più alta degli ultimi due anni, da quel picco dei prezzi dovuto alla fiammata del barile che arrivò a 140 dollari. Ora l’ oro nero costa però sotto i 90 dollari. E quindi ieri è tornato l’ allarme dei consumatori e di Mister prezzi, con i petrolieri in difensiva a spiegare che tutto è normale. A far di conto è il Codacons, che cifra in qualcosa come 25 milioni di euro in più la fattura petrolifera per il ponte dell’ Immacolata. Per Adusbef e Federconsumatori sui prezzi che corrono alla «velocità della luce» c’ è un sovraccarico di 7-8 centesimi al litro. Una spiegazione a quest’ ultima fiammata la tentano gli stessi consumatori dando la colpa alla svalutazione dell’ euro rispetto al dollaro di circa il 10%. Naturalmente il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Roberto Sambuco, ha avviato il solito giro di colloqui con i protagonisti della filiera ottenendo risposte corrette ma scontate. Il presidente delle compagnie petrolifere, Pasquale De Vita, ha evidenziato che «i prezzi sono in linea con le quotazioni internazionali di greggio». «Il problema vero – ha aggiunto – èchel’ Italia deve portare avanti la riforma del settore». L’ anziano presidente dei petrolieri ha probabilmente ragione. Ma la riforma della filiera distributiva del carburante con la revisione delle accise, pronta da metà luglio, realizzata dal sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico Stefano Saglia e che sta dentro il disegno di legge sulle liberalizzazioni, si è inabissata. La «lenzuolata» di Saglia ha ottenuto, con qualche piccola modifica, il via libera dal governo e doveva essere approvata dal primo consiglio dei ministri del dopo ferie ma la guerra politica dentro la maggioranza ha fatto saltare tutto. A Mister prezzi «abbiamo fornito elementi sull’ andamento del mercato internazionale», ha detto De Vita. «Se il Platts sale – continua – i prezzi salgono, anche se le aziende hanno sempre riportato aumenti più contenuti». Secondo il presidente dell’ Up, bisogna capire perché, di fronte a consumi stagnanti e a un’ offerta abbondante, i prezzi sui mercati internazionali continuano a crescere. «Il fatto – osserva – è che il mercato non è libero e i Paesi produttori tengono 5 milioni di barili nei pozzi». E così il prezzo sale. L’ Italia – conclude De Vita – deve al più presto rimettere in moto la macchina per far ripartire la riforma del settore, anche perché l’ accordo tra compagnie e gestori è vicino.
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