6 Agosto 2009

Benzina, nuovi rialzi E Scajola convoca per oggi i petrolieri

MILANO La chiamavano «moral suasion». Adesso è «l’intervento del governo». Passano gli anni, ma la sostanza non cambia e i riti sono sempre gli stessi: è la convocazione dei petrolieri al ministero dello Sviluppo economico per motivare i rincari dei prezzi di benzina e gasolio. È successo l’8 agosto 2007. Si è replicato esattamente un anno fa, il 6 agosto 2008. E anche prima di allora, giorno più giorno meno, la scadenza è stata quasi sempre rispettata, diventando una sorta di tradizione, al pari della notte delle stelle cadenti, puntualmente in anticipo di qualche giorno alla festa di San Lorenzo. Così anche quest’anno la regola è stata rispettata. Dopo gli aumenti di 3 centesimi al litro decisi lunedì dall’Agip, ieri è stata la volta della Shell, che ha usato la mano un po’ più pesante, portando la sua benzina a sfiorare 1,35 euro al litro, con un rincaro di 3,5 centesimi (e il gasolio a un soffio da 1,17, più 3 centesimi al litro). Ma l’ondata di rincari è appena partita e tutte le compagnie, chi più chi meno, sta adeguando i propri listini. E puntuale, insieme alle polemiche sulla doppia velocità che ogni volta accompagnano questi ritocchi, anche questa volta è arrivata la convocazione al ministero di via Veneto: questo pomeriggio i rappresentanti delle compagnie dovranno spiegare al responsabile del dicastero Claudio Scajola, le ragioni del loro comportamento. Ragioni che, come non si stanca di ripetere il presidente dell’ Unione petrolifera Pasquale De Vita, vanno ricercate nell’andamento delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati, cioè benzina e gasolio, e non solo ed esclusivamente nell’altalena dei prezzi del petrolio.  Le associazioni dei consumatori, però, insistono: «Ogni anno è la solita storia, con aumenti concomitanti agli esodi estivi e ai grandi spostamenti di automobili» dice il presidente Codacons Carlo Rienzi, che chiede l’intervento dell’Antitrust e di Mister Prezzi. Mentre Federconsumatori e Adusbef sollecitano la liberalizzazione della rete, come possibile concreto intervento per abbattere i prezzi dei carburanti. Anche dal fronte politico, comunque, non sono state risparmiate critiche ai petrolieri. Dopo le dichiarazioni del sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, che martedì aveva parlato di «ultimo giro per i furbi», per il presidente della commissione Prezzi e tariffe del Senato, Sergio Divina, «è inaccettabile che le aziende di Stato, come Eni e in particolare l’Agip, facciano da apripista alla stagione dei rincari.

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