10 Agosto 2007

Benzina, il governo studia un decreto per frenare i picchi dei prezzi

Il governo prova a mettere un freno ai prezzi della benzina così come fece nel 1999: allora, tramite decreto, venne stabilito che la sterilizzazione dell`Iva sui prodotti petroliferi in presenza di aumenti dei prezzi internazionali del greggio. Lo ha annunciato il viceministro dell`economia Vincenzo Visco. In pratica, “potrebbe bastare un decreto del ministero dell`economia, di concerto con il ministero dello sviluppo economico, per variare l`aliquota delle accise sui prodotti petroliferi in modo tale da sterilizzare l`incidenza dell`Iva quando crescono i prezzi internazionali del greggio e dei prodotti raffinati o di riprendere il normale funzionamento delle imposte quando i prezzi internazionali tornano a calare“. D`altra parte, le compagnie petrolifere da tempo lamentano un eccessivo carico fiscale sulla benzina. Quindi, a otto anni di distanza, il viceministro dell`economia intende ripetere quell`esperienza, e ha dato incarico ai suoi uffici di valutare se sia ancora una strada percorribile, tenuto conto della legislazione vigente e degli accordi in ambito europeo. Visco ci ha tenuto però a chiarire che “la polemica dei petrolieri sul fisco è sbagliata e fuorviante“. “Le accise si basano infatti sulla quantità dei consumi e l`Iva incide solo per il 20% dell`aumento del prezzo“. A riprova di ciò, ha aggiunto il viceministro, “oltre alle statistiche europee, va ricordato anche che nei primi mesi dell`anno il fisco ha ottenuto un gettito inferiore dai prodotti petroliferi perché l`inverno caldo ha provocato una riduzione dei consumi e perché il calo dei prezzi internazionali ha inciso sul gettito dell`Iva. Infine va detto che un eventuale decreto ministeriale sulle accise potrebbe riguardare solo il caso di picchi eccezionali di variazione“.L`annuncio è arrivato dopo le polemiche dei giorni scorsi e in vista dell`incontro con i petrolieri, che si terrà oggi al ministero dello sviluppo economico, voluto dal ministro Pier Luigi Bersani per capire perché “la forbice tra i prezzi medi dell`Ue e quelli italiani si allarga sempre di più“. Incontro al quale i benzinai non parteciperanno. Il ministero ha infatti respinto la richiesta avanzata dalla Fegica-Cisl di un allargamento del tavolo anche ai gestori. Nella risposta che il ministero ha inviato alla Fegica, il dicastero di Via Veneto ha precisato che l`incontro “sarà focalizzato su aspetti di diretta competenza della parte industriale. Sarà tuttavia possibile“, ha aggiunto il ministero, “considerata la stretta correlazione di tutte le tematiche relative alla rete distributiva dei carburanti, avere in tempi successivi un confronto che si auspica sereno e costruttivo con tulle le parti sociali“.Intanto uno dei protagonisti delle polemiche di questi giorni, ossia le associazioni dei consumatori, in questo caso in particolare Adusbef e Federconsumatori hanno detto di apprezzare l`ipotesi di intervento del governo sulla tassazione dei prodotti petroliferi attraverso un decreto legge, ritenendo però che lo stesso testo di legge debba contenere indicazioni chiare sulla trasparenza dei prezzi all`ingrosso pagati dalle compagnie petrolifere. “Il governo deve finalmente rendere trasparenti i prezzi alla pompa delle benzine“, hanno spiegato in una nota congiunta, “tagliando l`erba sotto i piedi della speculazione e del libero arbitrio dei petrolieri, che aumentano immediatamente i prezzi al dettaglio al più lieve sentore di rincari del barile, dimenticando per settimane o per mesi, o non intervenendo affatto, sulla diminuzione dei prezzi quando il prezzo del petrolio accusa una flessione come in questi giorni“. Secondo Adusbef e Federconsumatori i cittadini “hanno diritto di sapere a che prezzo siano stati pagati all`ingrosso quei litri di gasolio o di benzina che stanno pagando al dettaglio, e il governo ha il dovere di intervenire per porre termine a una delle più gigantesche speculazioni subite dai cittadini, dal mercato e dal paese, non soltanto con un livello dei prezzi più alto di 5 centesimi sulla media europea (a parità di tassazione), ma soprattutto con una doppia velocità su aumenti e diminuzioni che dovrebbero essere indagati con altrettanta fermezza dall`Antitrust e dalla magistratura“.Ieri, comunque, è stato registrato ancora qualche ribasso per la benzina sui listini dello compagnie petrolifere. In dettaglio per Tamoil (1 cent.) ed Esso (mezzo cent.). A questo proposito il Codacons si è detto soddisfatto “che i petrolieri hanno iniziato la corsa al ribasso e accolto in parte la nostra diffida“, ha commentato il presidente Carlo Rienzi, “ma non basta. Occorre che i petrolieri ribassino di almeno 5 cent al litro nell`immediato i carburanti. Stiamo preparando un documentato esposto alle procure della repubblica e all`Antitrust sullo scandalo della speculazione sulla pelle dei vacanzieri italiani“.

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