Benzina, i rincari fanno festa
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fonte:
- Avvenire
I prezzi dei carburanti si sono riportati a ridosso dei livelli più alti degli ultimi due anni. Le rilevazioni di ieri di Quotidiano Energia dicono che i rialzi del- l’ultimo fine settimana – guidati da Eni, che con il marchio Agip è il leader del mercato e che sabato ha alzato di 2 centesimi al litro il prezzo di riferimennto sia sulla verde che sul diesel – hanno portato a 1,44 euro il costo medio di un litro di benzina e a 1,33 euro quello di un litro di gasolio. Le compagnie senza marchio applicano prezzi un po’ inferiori (la verde è attorno agli 1,38 euro) e, come sempre, chi sceglie il ‘fai da te’ rispetto al ‘servito’ può risparmiare qualcosa. Il problema, però, resta: i prezzi dei carburanti salgono da settimane e prezzi di oggi sono tra i più alti dal 2008. Le associazioni dei consumatori Adusbef, Federconsumatori e Codacons denunciano le «speculazioni » dei petrolieri e parlano di «stangata» da 25 milioni di euro (per il solo ponte dell’Immacolata) ai danni dei cittadini. Ed è impossibile, in effetti, non notare la solita puntualità dei rincari, che arrivano tradizionalmente alla vigilia dei periodi di vacanza. I dati internazionali rivelano però che il mercato dei carburanti è in fibrillazione in tutt’Europa. Le medie della settimana passata – rilevate dall’Osservatorio dei gestori che aderiscono alla Figisc – mostrano un prezzo del petrolio grezzo in dollari aumentato del 4,9% (da 84,2 a 88,3 dollari), un cambio sfavorevole tra euro e dollaro (da 1,34 a 131, -2%) e un rialzo del prezzo dei prodotti raffinati che, in euro, è aumentato del 6,8% per la benzina e del 6% per il gasolio. I consumatori, ultima tappa della serie di rincari, hanno finito col pagare l’1,36% in più la benzina e l’1,56% in più il gasolio. Le cifre del ministero dello Sviluppo economico – ferme però al 29 novembre – confermano che all’origine dei rincari italiani ci sono le tensioni sui prezzi a livello internazionale. La differenza dei prezzi industriali (cioè esclusa l’Iva e le accise) tra Italia e area euro è di 3,5 centesimi al litro per la benzina e di 3,3 centesimi per il gasolio, tra le più basse del 2010. Secondo i calcoli dell’Osservatorio Figisc l’Italia all’interno dell’U- nione Europea oggi è decima come prezzo della benzina e quinta per il gasolio.
La riforma progettata per abbattere la distanza dall’Europa procede con estrema lentezza. Il testo prodotto ad aprile grazie alle trattative tra ministero dello Sviluppo economico, Unione petrolifera e associazioni dei gestori (che vanno avanti tuttora) fa parte del disegno di legge sulla concorrenza.
A metà novembre il ministro Paolo Romani si era augurato di avere il ddl pronto «fra un mesetto». La crisi della maggioranza in questo momento rischia di fare saltare tutto. Sicuramente sarà difficile un’approvazione in tempi brevi.
Intanto il garante per la Sorveglianza dei prezzi, Roberto Sambuco, ha avviato una serie di incontri con i protagonisti del settore per individuare i nodi critici. I primi ad essere convocati sono stati i petrolieri. Il vertice è avvenuto ieri. «Abbiamo fornito elementi sull’andamento dei prezzi italiani in rapporto all’andamento internazionale» ha spiegato il presidente dell’Up, Pasquale De Vita. In un contesto di crisi del settore (sono almeno quattro le raffinerie italiane che rischiano la chiusura) l’Unione petrolifera vorrebbe spostare il dibattito lontano dal tema ‘petrolieri che speculano’. La vera questione da porsi – ha detto De Vita – è perché, di fronte a consumi stagnanti e ad un’offerta abbondante i prezzi sui mercati internazionali continuino a crescere: «Il fatto è che il mercato non è libero e i Paesi produttori tengono 5 milioni di barili nei pozzi» per far aumentare le quotazioni.
Crescono il costo del petrolio e quello del prodotto raffinato, l’euro debole non li argina I consumatori: «È una stangata da 25 milioni». Si spera nella riforma, che però è a rischio
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