Benzina e gasolio alle stelle, non basta il taglio alle accise
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fonte:
- L`Eco di Bergamo
Di nuovo in salita i prezzi dei carburanti. La verde ieri è tornata a un passo da quota 1,40 euro al litro e supererebbe di quasi 2 centesimi questa soglia, toccando un nuovo record storico, se i prezzi non beneficiassero della riduzione dovuta al taglio temporaneo delle accise varato dal governo il 20 marzo scorso. In base alle rilevazioni di Quotidiano Energia, il prezzo di riferimento consigliato ai gestori nei distributori Agip è salito a 1,398 euro, contro 1,379 di ieri. Senza lo “sconto“ dovuto al taglio fiscale, il prezzo sarebbe di 2 centesimi più alto e pari a 1,418: un livello mai toccato in precedenza. In rialzo anche il gasolio, che si porta a 1,367 euro al litro. Ma senza il “bonus“ il prezzo sarebbe di 1,387 euro al litro, cifra che rappresenterebbe un nuovo massimo. La benzina aveva toccato un record il 25 febbraio, quando il prezzo aveva raggiunto quota 1,413, per poi scendere e mantenersi nelle settimane successive sempre vicino o poco sopra agli 1,40 euro al litro, fino a beneficiare dei vantaggi del bonus fiscale. Ma a subire le maggiori accelerazioni, nelle ultime settimane, era stato il prezzo del gasolio, volato a 1,379 euro il 18 marzo. Una corsa che ha prodotto un costante riavvicinamento dei prezzi di verde e diesel. Attualmente lo scostamento è attorno ai 3 centesimi di euro. Ecco una tabella con gli aggiornamenti dei listini, consigliati dalle compagnie ai gestori, scattati ieri. Agip 1,398 benzina, 1,367 gasolio; Api 1,383 benzina, 1,349 gasolio; Erg 1,380 benzina, 1,347 gasolio; Esso 1,382 benzina;1,348 gasolio; Ip 1,383 benzina, 1,349 gasolio; Q8 1,381 benzina, 1,346 gasolio; Shell 1,383 benzina, 1,349 gasolio; Tamoil 1,380 benzina, 1,349 gasolio; Total 1,383 benzina, 1,349 gasolio. E secondo la Figisc-Confcommercio, una delle sigle dei gestori, le differenze territoriali (non in tutta Italia i prezzi sono uguali) nei prezzi dei carburanti sono dovute alle tasse aggiuntive regionali. “I consumatori di Napoli, Bari e Genova ? spiega Luca Squeri, presidente nazionale dell`organizzazione ? pagano la benzina più cara non certo per un maggior ricarico dei gestori, ma perché la politica fiscale delle rispettive Regioni ha decretato una addizionale regionale sull`accisa più alta che grava sul prezzo finale di circa 3,2 centesimi di euro per litro. E questo nonostante il 50% dei gestori di queste regioni applichi prezzi inferiori a quelli consigliati dai marchi petroliferi“. Secondo Squeri, questo dimostra “ancora una volta che a fare il prezzo del carburante sono le tasse, che valgono due volte il costo della benzina“ e questo “non può trasformarsi in una presunta accusa ai benzinai di queste regioni“. Intanto, scendono in campo le associazioni dei consumatori: “Alla luce dei nuovi rialzi dei listini, appare chiaro come sia indispensabile un nuovo decreto che innalzi il taglio fiscale riducendo le accise di almeno 8 centesimi di euro al litro“, questa la proposta del Presidente Codacons, Carlo Rienzi. “Con la benzina e il gasolio a questi livelli ? conclude Rienzi ? si profila una stangata di circa 510 euro annui a famiglia: 150 euro annui in più solo per il pieno alla propria auto“. E la Federconsumatori aggiunge: “Con l`euro a 1,58 sul dollaro e il petrolio a 108 dollari al barile, il prezzo della benzina si dovrebbe attestare ben al di sotto di 1,40 euro al litro, senza contare lo sgravio fiscale di 2 centesimi operato dal Governo. Invece i prezzi della benzina tornano a salire“. Di contro, l`Unione petrolifera sostiene che l`andamento dei prezzi dei carburanti in Italia, a fronte degli aumenti internazionali, nell`ultima settimana “evidenzia come sia destituita di fondamento l`opinione diffusa che le variazioni dei prezzi in aumento siano più rapide di quelle in discesa. In realtà, i comportamenti delle aziende sono sempre improntati a prudenza“.
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