19 Luglio 2002

Benzina, consumatori all´attacco

L´ACCUSA: «LE COMPAGNIE LUCRANO SUL DOLLARO DEBOLE 267 LIRE AL LITRO».
L´UNIONE PETROLIFERA: «PURA DEMAGOGIA, I PREZZI SONO SCESI»

Benzina, consumatori all´attacco
E´ sciopero contro il caro-euro




L´ACCUSA delle associazioni dei consumatori: in un anno l´euro si è apprezzato del 16% sul dollaro, il petrolio si paga in dollari ma in Italia il prezzo al litro della benzina verde è troppo alto, le compagnie «hanno lucrato sui cambi» e si sono trattenute 13,8 centesimi di euro (267 vecchie lire) ovvero 5 euro in più per un pieno da 50. La difesa dell´Unione petrolifera: sono calcoli assurdi, demagogia pura, il prezzo della benzina è agganciato al rapporto di cambio solo per il 20% e per questa fetta le riduzioni medie dell´ultimo hanno oltrepassato il 17%.
L´accusa e la difesa hanno fatto di conto. Ci vuole carta e penna e un po´ di pazienza ma la questione è importante visto che in ballo ci sono circa tremila miliardi di vecchie lire . Ecco i calcoli di Codacons, Adusbef, Adoc e Federconsumatori che hanno preso come riferimento le rilevazioni del Ministero delle Attività produttive: un anno fa un litro di benzina costava, in media, 1,069 e; il rapporto moneta unica-biglietto verde è passato da 0,85 a oltre uno; il prezzo del greggio, negli ultimi 14 mesi, poi è sceso di 2 dollari al barile; le imposte italiane invece sono aumentate di 0,017 (37 vecchie lire) perché dal primo ottobre del 2001 non c´è più il bonus fiscale di 50 lire; sottraendo il fattore cambio e aggiungendo il maggior prelievo dello Stato il prezzo medio dovrebbe essere 0,917 e; siamo, in realtà, a 1,055; 13,8 centesimi al litro in più che «vanno in tasca alle compagnie petrolifere»; su 50 litri di benzina invece di risparmiare 7,6 e, lo «sconto» si ferma a 0,7. «Una mazzata europea, solo in Olanda, Finlandia e Danimarca gli automobilisti sono più tartassati». «Numeri senza capo né coda», ribattono i petrolieri che replicano calcolatrice alla mano: su un prezzo medio di 1,052 al litro, solo 0,205 centesimi di euro sono legati al costo della benzina sui mercati internazionali; in questo ambito, rispetto ad un calo nell´ultimo anno della benzina di 0,021 euro/litro, le riduzioni delle compagnie sono state di 0,036 euro/litro.
Chi ha ragione? La percezione degli automobilisti, suffragata da numerose denunce delle associazioni dei consumatori, è che la velocità dell´adeguamento dei prezzi non sia sempre la stessa: più rapida quando si sale, più lenta quando si scende. Sensazione che vale per la benzina ma anche per una serie infinita di altri beni. Per quanto riguarda il caso della «verde» i petrolieri ricordano che, nei calcoli finali, vanno compresi altri fattori come il ritocco all´insù del contratto nel settore autotrasporti e le richiesti di margini crescenti da parte dei gestori. «Rincari completamente slegati dal rapporto di cambio e che incidono per l´80% sul prezzo finale». Ieri il ministro della Attività produttive Antonio Marzano ha invitato ad «una riduzione ma non per una percentuale corrispondente alla dimensione del rapporto euro-dollaro perché nel prezzo della benzina ci sono dentro parecchie cose, tra cui le tasse». Le associazioni dei consumatori annunciano battaglia: ricorso all´Unione europea per denunciare cartelli lesivi della concorrenza in Italia, Spagna, Grecia, Francia e Austria; denuncia a 103 Procure italiane; lo sciopero «lasciate le pompe a secco», rivolto agli automobilisti durante i giorni del grande esodo estivo (31 luglio 1 agosto) nelle pompe di benzina Fina per chi acquista il gasolio, Api e Tamoil per chi viaggia con benzina verde, tutte società «dove sono praticati i prezzi più alti». La Tamoil contesta: «Le cifre sono errate ed estemporanee, assolutamente discordanti rispetto alle rilevazioni storiche in nostro possesso». Commento: altro che «estate fredda per i carburanti», come assicurato da spot televisivi.

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