7 Luglio 2021

Benetton acquista sette tele del Tiepolo Appello M5S5 a Franceschini: «Lo fermi»

 

V endute per 1,85 milioni di euro ad Alessandro Benetton. Si tratta di sette tele di Gian Domenico Tiepolo, gelosamente custodite dal Palladio Museum, forte del comodato decennale sottoscritto nel 2017 fra la famiglia Franco e il Centro internazionale di studi Andrea Palladio. Nulla di illecito, ma uno schiaffo per Vicenza e il suo patrimonio artistico di cui quelle tele, seppur private, sono parte integrante. Il caso viene denunciato su Il Fatto Quotidiano da Tommaso Montanari, rettore dell’università per stranieri di Siena e presidente del comitato scientifico per le Belle arti del ministero. Si tratta delle opere salvate da Fausto Franco dopo la bomba esplosa su Vicenza il 18 febbraio 1945, ma il rischio di cancellarle dalla storia della città berica arriva adesso, dopo che a maggio i proprietari hanno deciso di venderle ad Alessandro Benetton, secondogenito di Luciano. Benetton non commenta in prima persona, ma fonti vicine ad Alessandro, confermano l’offerta, che rimane valida fatto salvo il diritto di prelazione dello Stato, che ha tempo due mesi per battere un colpo, se interessato.A quel punto tutto tornerebbe in gioco. Un modo per “salvare” questo patrimonio sarebbe quello di chiedere al ministero di esercitare il diritto di prelazione e, non a caso, il sindaco Francesco Rucco si è premurato di scrivere una lettera al ministro Franceschini. Ma pare che nulla si sia mosso, Montanari sarebbe fra i primi a saperlo,e soprattutto pare che il ministero non disponga dei fondi necessari. Di qui l’appello del professore all’imprenditoria vicentina, per impedire che le opere finiscano in un salotto privato. Quello dei Benetton, amante e profondo conoscitore dell’arte. «Dal 1945 al 2017» ricorda Guido Beltramini, direttore del Cisa «le opere sono state custodite a palazzo Franco. Poi, alla morte di Tommaso, i due figli hanno pensato di esporle al museo. Noi siamo stati ben contenti di costruire questa lunga mostra, memori del fatto che Fausto Franco è stato uno dei fondatori del Cisa. Da subito si è parlato di un accordo a tempo, perché gli eredi hanno manifestato l’intenzione di vendere le opere, mai di donarle». Beltramini è il primo ad auspicare un intervento del ministero per lasciare a Vicenza un patrimonio legato a doppio filo con la città: «Studiando i di-pinti» spiega «abbiamo scoperto che sono un omaggio al teatro Olimpico. Il conte Valmarana aveva chiesto a Tiepolo di rileggere la scena dell’Olimpico, non a caso troneggia una enorme figura di Ercole, simbolo dell’Accademia olimpica». L’altro motivo per cui queste opere andrebbe preservata è perché molte altre hanno preso il volo: gli affreschi di palazzo Valle si trovano al Metropolitan, quelli di palazzo Porto sono stati venduti all’asta da Sotheby’s nel 2003, altri sono finiti in Argentina e nel salone delle feste di un hotel di Roma. «Tiepolo non è stato fortunatissimo a Vicenza conclude «una ragione in più per cercare di tenere questi quadri perché se per gli altri non si poteva fare niente, la decisione per questi dipende un po’ più da noi, dal momento che sono vincolati e non possono uscire dall’Italia». Sulla vicenda prendono posizione i senatori del Movimento 5 Stelle: «Non è accettabile consentire che vengano venduti come beni commerciali qualsiasi sette quadri di un affresco del Tiepolo, che dal Centro internazionale di studi Andrea Palladio e Palladio Museum di Vicenza passerebbero nel salotto di Alessandro Benetton. Rivolgiamo un appello al ministro Franceschini affinché il suo dicastero eserciti il diritto di prelazione. Proteggendo, come è dovere delle istituzioni, il nostro patrimonio culturale e garantendone la fruizione a tutti i cittadini. Al ministro dell’economia e delle finanze Franco chiediamo di mettere a disposizione risorse finanziarie necessarie per procedere all’acquisto». Il vice presidente nazionale del Codacons, Francesco Di Lieto,e la senatrice Bianca Laura Granato hanno diffidato il presidente del Consiglio, il Ministro della Cultura e la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio di Verona, Rovigo e Vicenza. Secondo la denuncia le istituzioni, ognuno per la loro competenza devono portare avanti «ogni iniziativa tesa a tutelare il patrimonio artistico del paese che l’interesse della collettività.

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