Bellaria, lo strano caso di chirurgia Il reparto dove si opera “solo” al seno
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fonte:
- Corriere di Bologna
La chirurgia oncologica, eccetto quella senologica, all’ ospedale Bellaria è destinata ad essere chiusa? La domanda torna d’ attualità dopo che nei mesi scorsi il comitato di cittadini «Io scelgo il Bellaria» , che si era mobilitato raccogliendo migliaia di firme, ed il Codacons, che fin dall’ inizio aveva sostenuto la battaglia contro lo smantellamento del reparto, erano stati rassicurati dall’ assessore provinciale alla sanità Giuliano Barigazzi e dal direttore sanitario dell’ Ausl Massimo Annichiarico. Era ottobre dell’ anno scorso e la promessa fu: nulla chiude e cambia, intanto monitoriamo gli afflussi. A fine giugno terminerà la raccolta dati. «E tutto ci fa pensare che resterà solo la chirurgia alla mammella, nell’ ambito del polo d’ eccellenza della Breast Unit» , attacca Alessandro Rocchi, avvocato del Codacons. Nei progetti originari dei vertici della sanità cittadina la chirurgia generale oncologica non senologica doveva lasciare il Bellaria già nello scorso giugno. «Il servizio è rimasto aperto- dice Rocchi-, ma ci attendavamo la riapertura delle liste d’ attesa e un incoraggiamento per i cittadini a tornare ad avvalersi di questa unità operativa» . Poco alla volta invece è come se fosse stata svuotata di pazienti, fino ad accogliere quasi solamente quelli con le diverse patologie oncologiche della mammella, indirizzando altrove gli altri. Con conseguente allungamento delle liste d’ attesa alla chirurgia del Maggiore. Tutti gli ambulatori ad accesso Cup nell’ ospedale di via Altura sono stati chiusi: basta provare a prenotare una visita chirurgica per verificare che il Bellaria non viene mai proposto, salvo per la visita a pagamento (in libera professione). E’ stato aperto un ambulatorio, in viale della Repubblica a San Lazzaro, che funziona una volta al mese, l’ ultimo venerdì. Non solo: le consulenze richieste dalla Medicina interna del Bellaria per casi sospetti) vengono indirizzate a Budrio, mentre i casi gastroenterologici (ad esempio quelli legati allo screening al colon retto) vengono visti dal primario della chirurgia generale del Maggiore Elio Jovine, che fa ambulatorio al Bellaria una volta alla settimana. «Insomma – tira le fila Rocchi -, quando faranno il bilancio a fine giugno potranno dire che ci sono pochissimi pazienti per la chirurgia oncologica non senologica e quindi procedere con la chiusura prevista un anno fa» . Il reparto, nel corpo centrale del Bellaria, è diretto (facente funzione, dopo il pensionamento di Luciano Liguori nell’ estate scorsa) da Maria Cristina Cucchi. Ci lavorano sette medici uno dei quali in pensione tra un mese). Dati recenti sull’ attività del reparto non vengono forniti dall’ Ausl neppure ai medici che ci lavorano. Raffrontando quelli dei primi 9 mesi del 2009 con quelli dello stesso periodo del 2010 emerge che gli interventi sono in calo (quelli senologici da 466 a 425, quelli non senologici da 281 a 220). Più interessante è confrontare il periodo 2006-2007 con il 2008-2009, da cui emerge che le ore settimanali di sala operatoria sono aumentate del 50%per gli interventi senologici (da 16 a 24) con un aumento del numero di operazioni del 6%(da 1.172 a 1.240), mentre quelle per gli interventi non senologici sono diminuite del 28%da 22 a 16 ore e gli interventi calati del 12%(da 1.086 a 960). «Non abbiamo numeri sull’ attività di adesso – conferma Rocchi – possiamo però facilmente presumere che i pazienti oncologici attendano anche oltre i 30 giorni previsti dalla legge, perché già era così negli scorsi anni» . Un dato che emerge anche dal report dell’ Ausl sul reparto di Chirurgia generale di Jovine: i casi trattati entro 30 giorni sul totale dei neoplastici trattati chirugicamente erano dell’ 84,02%nel 2008 ma scendono al 64,81%nel 2009. Ovvero uno su tre è stato operato con un’ attesa superiore al mese. L’ Ausl sta aspettando l’ esito del monitoraggio. «Si concluderà a fine giugno, come richiesto dalla Conferenza territoriale socio-sanitaria- spiega l’ azienda -, valuteremo i dati e prenderemo decisioni nella stessa Conferenza» . marina. amaduzzi@rcs. it © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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