“Bella, luminosa dotata di box auto” così gli affitti online nascondono la truffa
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fonte:
- la Repubblica
IL REPORTAGE SILVIA DIPINTO “CI SPIACE deluderla, qui siamo tutti proprietari”. Su viale Japigia, nell’ omonimo quartiere, al civico indicato dall’ annuncio online non esistono appartamenti in affitto. Dal balcone si affacciano due signori anziani. “Internet? -chiedono – non è roba nostra, non abbiamo nemmeno il computer”. Su via Pasubio, nel rione Carrassi, invece, dove dovrebbe esserci un bilocale “finemente arredato” e immediatamente disponibile, c’ è spazio solo per un centro estetico, molto conosciuto nel quartiere. Dalla ricerca di case alla compravendita di oggetti, dalle vacanze alle offerte di lavoro: anche a Bari la truffa viaggia sul web. Annunci farlocchi, che provano (per esempio) ad affittare appartamenti inesistenti e a estorcere soldi a qualche ingenuo navigatore, in cerca di casa. Ad allettare gli utenti, sono le descrizioni dettagliate, con tanto di fotografie e particolari su servizi e accessori. Alla polizia postale del capoluogo ogni giorno arrivano almeno quattro denunce di truffe online: le tipologie sono varie – spiega la dirigente Letizia La Selva – i furbetti hanno sempre più fantasia. Quando si tratta di fitti, poi, il meccanismo è perfino banale, agli occhi degli internauti più esperti. Gli annunci vengono inseriti sui siti più cliccati e frequentati da chi cerca casa. Siti che – è bene specificarlo – declinano ogni responsabilità sul controllo e la verifica degli stessi, e anzi consigliano di non inviare soldi a scatola chiusa. Alla richiesta di informazioni da parte dell’ utente, tra gente seria e agenzie qualificate spuntano anche le risposte sospette. Le storie raccontate dai presunti proprietari sono tutte molto simili. “Ho comprato questo appartamento per mia figlia durante i suoi studi, ma ora è tornata definitivamente ad Atene, quindi sto cercando di affittarlo”, scrive uno di loro. “Ho comprato l’ appartamento per mia figlia, che ha frequentato l’ università in Italia, ora è tornata a casa in Germania perché è incinta di 8 mesi, quindi fra poco diventerò nonno per la prima volta”, azzarda invece un altro. Lo scambio di mail, però, si chiude sempre con una richiesta comune: i proprietari vorrebbero un anticipo del denaro, come “deposito di garanzia”, prima di inviare le chiavi dell’ appartamento. I soldi sono da affidare ad altri siti internet, che “supervisionano” l’ operazione. “Non posso credere che qualcuno ci caschi ancora – commenta l’ avvocato barese Alessandro Amato, vicepresidente nazionale del Codacons – siamo abituati a raccogliere le segnalazioni più assurde: abbiamo anche seguito un caso in cui dieci persone hanno comprato lo stesso appartamento”. A Bari, però, il dato più sorprendente (e ingannevole) è che gli appartamenti indicati negli annunci online e mostrati in foto, in realtà non esistono. Le ultime due segnalazioni arrivano da viale Japigia e via Pasubio. A imbattersi nella truffa e a denunciare, stavolta è stato un trentenne in cerca di casa. “Sono un informatico – racconta – ci ho messo un attimo a fiutare la fregatura, ma magari qualcuno che vive fuori e si trova in emergenza, può cascarci”. Su viale Japigia, per esempio, nel complesso residenziale al civico riportato sul sito, non c’ è traccia dell’ appartamento pubblicizzato. Di più: nelle due palazzine ci sono solo anziani proprietari, ignari della truffa e tutt’ altro che “duepuntozero”. Su via Pasubio, invece, al posto del bilocale “abitabile, con balcone e box auto”, ci sono solo lettini per massaggi e smalti per manicure di un frequentato centro estetico. “Mai fittato ad altri”, assicura l’ anziano proprietario. “Ogni giorno ci arrivano decine di mail – conferma La Selva purtroppo c’ è gente che pensa ancora di poter usare internet come un giocattolo”. Qualche caso, all’ esame della polizia postale di Bari. “Un ragazzo era stato convocato per lavorare in Angola, con le spese di viaggio da pagare anticipatamente racconta – ad altre persone volevano invece vendere automobili dall’ Africa o dall’ Est Europa”. Per qualsiasi dubbio o sospetto, è bene dunque contattare la polizia postale attraverso il portale dedicato. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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