27 Febbraio 2014

Bancomat nel mirino dell’Antitrust: faro sulle commissioni sui pagamenti

Bancomat nel mirino dell’Antitrust: faro sulle commissioni sui pagamenti

L’Autorita’ Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 19 febbraio, ha deciso di avviare un’istruttoria per verificare se la commissione interbancaria introdotta dal Consorzio Bancomat per il pagamento di ogni bolletta o fattura commerciale effettuata con la carta PagoBancomat costituisca un’intesa restrittiva della concorrenza tale da limitare la competizione tra le banche a svantaggio degli esercenti e dei consumatori finali. Lo rende noto un comunicato dell’Antitrust.
Al consorzio Bancomat aderiscono, oltre all’Abi, le banche, gli intermediari finanziari, gli istituti di pagamento e gli altri soggetti autorizzati dalle leggi nazionali ed europee ad operare nell’area dei servizi di pagamento in Italia e nell’Unione Europea: si tratta, attualmente, di 594 soggetti tra cui banche, societa’ capogruppo di gruppi bancari, nonche’ dei piu’ importanti operatori non bancari nazionali attivi nella fornitura di servizi di pagamento, tra cui Poste. La nuova commissione interbancaria, applicata dal 3 gennaio 2014 nella misura di 0,10 euro, e’ relativa al pagamento con carta di debito PagoBancomat di bollette ed altre fatture commerciali effettuato presso un esercente incaricato della riscossione dal creditore/beneficiario che ha emesso il bollettino/fattura.
La nuova commissione interbancaria rappresenta il corrispettivo versato tra le banche e gli altri operatori non bancari attivi nei servizi di pagamento all’interno del circuito PagoBancomat: il c.d acquirer, vale a dire la banca o l’operatore convenzionato con il soggetto creditore (chi emette la bolletta), per ogni operazione effettuata con carta PagoBancomat paga la commissione all’operatore del circuito che ha emesso la carta (c.d issuer) utilizzata dal debitore. Tale commissione rappresenta dunque un costo per gli acquirer e un incasso per gli issuer. Essendo una commissione uniforme e dunque una soglia di costo minima potrebbe impedire politiche commerciali concorrenziali nell’offerta del servizio nei confronti degli esercenti e dei consumatori finali. Il procedimento deve concludersi entro il 19 febbraio 2015.
Per il Codacons è una buona notizia. “Le banche italiane, infatti, sono le più care d’Europa. Gli italiani pagano più della media Ue per usare il bancomat, la carta di credito, per gestire il conto corrente, hanno uno spread maggiore sul mutuo, pagano più interessi passivi degli altri. Spese obbligate che peggiorano la condizione delle famiglie già in difficoltà e che riducono anche la competitività delle nostre imprese rispetto agli altri paesi”. Ecco perché il Codacons invita il Governo Renzi “a non concentrarsi solo sul costo del lavoro, ma anche sul fatto che le imprese italiane, al pari delle famiglie, si ritrovano ad avere le banche, le assicurazione, la luce, il gas, i telefoni ed i carburanti più cari d’Europa. L’associazione di consumatori chiede, quindi, provvedimenti legislativi a costo zero per aumentare la concorrenza, eliminando ad esempio i balzelli più assurdi, come le commissioni di istruttoria veloce o le spese per cambiare compagnia telefonica. Bisogna rivedere e rilanciare, insomma, le lenzuolate Bersani, a cominciare dalla terza, rimasta nel cassetto. Inoltre, se si vuole combattere l’evasione incentivando le transazioni elettroniche, andrebbero azzerati per legge tutti i costi connessi, da quelli sull’uso delle carte di credito all’internet banking”.

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