VENEZIA Fra Bpvi e Veneto Banca i risparmiatori traditi che hanno finora trasmesso la domanda di risarcimenti del Fondo indennizzo risparmiatori (Fir) sono circa 6.800 su una platea di 210 mila aventi diritto. E fra chi potrebbe presentare la domanda s’ insinuano i timori legati ai probabili accertamenti dell’ Agenzia delle Entrate sui dati patrimoniali da inviare con le dichiarazioni sostitutive. Su come la curva delle domande procederà, tuttavia, le previsioni sono differenti anche fra le stesse associazioni. Di fronte alla lentezza con cui le banche – Intesa, nel caso delle ex venete – rilasciano i documenti per le domande. Sul primo scenario Franco Conte, referente veneto del Codacons, secondo cui, nonostante l’ atteso slittamento dei termini al 18 aprile, «difficilmente si arriverà alle 80 mila domande». Per lo scoraggiamento degli interessati, per due terzi over 65. «Nelle riunioni con i risparmiatori – aggiunge Conte – incertezze e intoppi producono un effetto di dissuasione. Cosa accadrà? A sfruttare il Fir saranno in pochi, i soldi rimasti saranno spartiti fra questi, allargando la disparità di trattamento fra scafati e sprovveduti». L’ opinione di Valter Rigobon, responsabile Adiconsum Veneto, è diversa: «La lentezza finora osservata dipende dalla resistenza di Intesa nel rilasciare i documenti. E che solo da una ventina di giorni il portale Consap è diventato veramente accessibile e che in questo arco di tempo i numeri si sono moltiplicati. Per accontentare tutti l’ allungamento dei termini dovrebbe essere di almeno tre mesi». Ezzelino da Onara ieri ha radunato a Fonte, nel Trevigiano, più di 150 risparmiatori. «Molti hanno già ricevuto le carte da Intesa ma sono incerti. E poi – conclude – piccoli imprenditori e partite Iva con rapporti con il fisco non troppo trasparenti temono che la richiesta possa innescare controlli da cui è meglio star lontani».

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