Banche, Di Maio rilancia sui rimborsi Ex soci a Roma, il governo non ci sarà
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fonte:
- Corriere del Veneto
i risparmiatori tornano giovedì nella capitale ma l’ esecutivo si riunisce in calabria
VENEZIA Ex popolari, Di Maio promette il decreto rimborsi in Gazzetta Ufficiale entro due giorni. E intanto le associazioni tornano a Roma dopodomani contro il blocco dei risarcimenti, in parallelo al Consiglio dei ministri; ma il governo si riunirà invece in Calabria. Sono sul piede di guerra i comitati dei soci azzerati delle ex popolari. O meglio, lo è quella parte che aveva approvato, lunedì scorso, la soluzione dei risarcimenti con il doppio binario – automatici per gli Isee sotto i 35 mila euro e i patrimoni mobiliari sotto i 100 mila, con una forma di arbitrato semplificato oltre le due soglie – messo sul tavolo dal premier Giuseppe Conte nel vertice di lunedì scorso. Riunione in teoria servita a raccogliere il consenso sulla soluzione concordata con la Commissione europea dal ministro dell’ Economia Giovanni Tria e dai suoi uomini. Ma la soluzione si è arenata subito, di fronte ai no decisivi delle due associazioni «Noi che credevamo nella Bpvi» capitanata da Luigi Ugone e Coordinamento don Torta, le stesse che avevano portato i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio al Palasport di Vicenza, il 9 febbraio. Una settimana dopo, siamo ancora a quel punto. E mentre si rincorrono le indiscrezioni secondo cui si andrebbe verso un innalzamento delle soglie per il rimborso diretto, il ping pong delle dichiarazioni è ripreso. Da un lato Salvini: «Per me la partita doveva essere già chiusa. Però non faccio il ministro dell’ Economia o il presidente del consiglio. Mi risultano gli ultimi contatti in queste ore. Spero siano stati risolutivi». Dall’ altro soprattutto Di Maio, che da Dubai ha confermato lo stop imposto alla soluzione definita da Palazzo Chigi, di fronte al no di Arman e Ugone, ma anche una soluzione in tempi rapidi: «Sui rimborsi non si fanno norme senza il consenso dei risparmiatori. C’ è un rallentamento perché io ho imposto che non si mette nessuna norma in Gazzetta Ufficiale se non è concordata. Siamo al lavoro perché la norma si a perfetta, sennò dopo aver stanziato 1,5 miliardi ci ritroviamo pure con i risparmiatori che non sono soddisfatti». E ancora, il vicepremier dei Cinque Stelle: «Abbiamo la volontà di indennizzare direttamente i risparmiatori truffati dalle banche, ma vi è una piccola parte che non può passare per l’ indennizzo. Noi vogliamo assicurare che questa parte sia veramente piccola e composta da persone che non hanno perso tutti i risparmi di una vita». Di Maio ha sostenuto che tra ieri e oggi «sia lo Sblocca cantieri che il decreto legge Crescita dovrebbero andare in Gazzetta ufficiale. In queste ore ci sono interlocuzioni tra la presidenza del consiglio e le associazioni dei risparmiatori». «Confermiamo contatti con funzionari di Palazzo Chigi, ma nulla di più. Nessun accordo, né discussione su dettagli o limature – dice per parte sua Ugone -. Disponibili al confronto qualora vi fosse la volontà di renderci partecipi». Ma intanto la proteste per i ritardi non si fermano. Ieri 15 sigle hanno firmato una lettera al premier Conte per chiedere un nuovo incontro giovedì in concomitanza del consiglio dei ministri. Delusi dalla promessa di una norma che doveva andare in consiglio dei ministri il giorno dopo il vertice con le associazioni, preoccupati dalle indicazioni che danno il decreto Crescita già slittato a maggio, le sigle minacciano di chiamare una nuova protesta in piazza. E la protesta sale, quando le associazioni vengono a sapere che in realtà il consiglio dei ministri si terrà in Calabria. «Lontano da Roma, con Conte che fugge al Sud per paura delle contestazioni – attacca il Codacons -. Il trio Conte-Salvini-Di Maio continua a paralizzare i fondi stanziati nella Legge di Bilancio: un tradimento dei risparmiatori e una clamorosa presa in giro». «Gravissimo che il governo del cambiamento non decida e rinvii ancora una volta il Fondo», sostiene Patrizio Miatello dell’ associazione Ezzelino.
federico nicoletti
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