BANCHE: DECRETO INGIUNTIVO EUROPEO, CONSUMATORE VINCE CAUSA CONTRO ISTITUTO DI CREDITO LUSSEMBURGHESE
PER GIUDICE INESISTENTE IL CREDITO VANTATO DALLA BANCA
CODACONS: SOCIETA’ CON SEDE ALL’ESTERO STANNO INVIANDO RICHIESTE DI PAGAMENTI PER DEBITI INESISTENTI
Il Giudice di Pace di Como, con la sentenza n. 1592/2023, ha condannato una banca con sede legale in Lussemburgo a risarcire una consumatrice di Como riconoscendo la totale infondatezza della pretesa economica avanzata dall’istituto di credito. Lo rende noto il Codacons, che ha difeso l’utente in giudizio e che lancia oggi l’allarme in merito al “decreto ingiuntivo europeo”.
Sono diverse le segnalazioni di consumatori che negli ultimi mesi si sono visti notificare un decreto ingiuntivo europeo, con richieste di pagamento da parte di società con sede legale all’estero, realizzate con la presentazione del modulo di ingiunzione europea previsto dal Reg. CE 2421/2015 e Reg. CE 1896/2006 – spiega il Codacons – Tale procedimento, previsto dal legislatore europeo per facilitare e velocizzare il recupero di crediti transfrontalieri, è diventato uno strumento pericoloso in mano a società estere le quali, emettendo fatture e compilando il modulo di ingiunzione europea, possono richiedere l’emissione di un decreto ingiuntivo in uno Stato estero per il pagamento di debiti inesistenti, costringendo i consumatori a rivolgersi ad un avvocato per difendere i propri diritti, con ulteriore aggravio di spese.
Ed infatti il Giudice di pace di Como, avv. Salvatore Falcone, nell’accogliere le istanze del Codacons ha ritenuto che “l’opposta assume di vantare un credito senza, tuttavia, fornirne prova. Tale modus operandi, caratterizzato da una certa disinvoltura e leggerezza da parte dell’opposta nella gestione del presente giudizio, induce a ritenere fondata l’opposizione. Nella fattispecie, all’esito della brevissima istruttoria consistita nell’esame dei documenti in causa, ritiene il decidente che l’opposta non abbia assolto all’onere probatorio posto a suo carico, provando gli elementi costitutivi del credito azionato”.
“Il procedimento di ingiunzione europeo merita una profonda revisione nella sua struttura – commenta il presidente Codacons, Marco Maria Donzelli – è inammissibile che una società estera possa richiedere l’emissione di decreti ingiuntivi in uno Stato straniero tramite la semplice presentazione di un modulo nel quale, oltretutto, non è richiesta alcuna argomentazione della pretesa vantata. Ciò costringe ingiustamente i cittadini a rivolgersi ad un legale per presentare opposizione a questi decreti, con ulteriore aggravio di spese. Occorre rivedere tempestivamente la procedura affinché questo utile strumento non diventi sempre più un arma in mano alle società estere contro i consumatori Per questo presenteremo un esposto al Ministero della Giustizia per denunciare questa prassi e chiedere un tavolo di confronto per una profonda revisione di questo istituto” – conclude Donzelli.
Tutti i cittadini che abbiano ricevuto un’ingiunzione di pagamento europea possono ottenere info e assistenza scrivendo a [email protected]
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