7 Marzo 2016

Banca Popolare Vicenza: Codacons diffida Consob a non consentire quotazione

Banca Popolare Vicenza: Codacons diffida Consob a non consentire quotazione

       
     

Il Codacons si è rivolto alla Consob chiedendo di vietare l’operazione di quotazione della Banca Popolare di Vicenza. la richiesta, spiega l’associazione, è a tutela degli azionisti della banca, già pesantemente danneggiati sotto il profilo patrimoniale a causa della drastica riduzione del valore dei titoli. Sabato l’assemblea dei soci dell’istituto veneto ha votato a favore della trasformazione in spa e la quotazione in Borsa.
Il Codacons ha depositato anche un esposto alla Procura della Repubblica di Roma in cui si chiede il sequestro presso l’istituto di credito del valore delle azioni detenute dai risparmiatori. “I vertici dell’Istituto vicentino avevano optato per un adeguamento al ribasso del valore delle azioni (da 62,5 a 48 euro), approvato nel corso dell’assemblea dei soci dell’11 aprile, in netta controtendenza rispetto a quanto attribuito alle medesime negli anni precedenti – scrive il Codacons nell’esposto – . All’esito di tale decisione assembleare, gli azionisti della Banca Popolare di Vicenza oltre ad aver subìto, all’improvviso, una riduzione sul valore delle azioni pari al 23% rispetto al momento dell’acquisto, si sono trovati nell’impossibilità di liquidare le proprie posizioni in quanto i titoli erano dichiaratamente illiquidi”. Sulla illiquidità delle posizioni in Banca Popolare di Vicenza, diversi azionisti avevano segnalato al Codacons la mancanza della necessaria trasparenza informativa. La disciplina comunitaria prevede precipuamente il dovere per gli intermediari di agire “in modo onesto, equo e professionale per servire al meglio gli interessi dei loro clienti” (art. 19.1, MiFID). L’associazione dei consumatori ricorda come in sede di concessione di prestiti, affidamenti, mutui, la Banca Popolare di Vicenza, per il tramite dei propri funzionari, poneva come condizione obbligatoria ai richiedenti di diventare soci dell’istituto, oppure minacciavano, più o meno velatamente, di togliere o ridurre il fido al cliente che non avesse accettato di acquistare azioni della banca. Il Codacons ha chiesto alla Procura di “disporre il sequestro di una somma pari al valore attuale delle azioni detenute dai clienti retail”.

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