10 Maggio 2016

“Banca Etruria, c’ era una cabina di regia”. La Procura accusa: “Così la banca ha truffato i clienti”

“Banca Etruria, c’ era una cabina di regia”. La Procura accusa: “Così la banca ha truffato i clienti”

Dentro Banca Etruria c’ era una ‘cabina di regia’ che avrebbe organizzato il collocamento delle obbligazioni subordinate non solo alla clientela professionale ma, in base a precise direttive, anche alla clientela retail offrendole anche a profili di investitore a “rischio basso” anziche’ solo ad una clientela professionale in grado di valutare compiutamente il rischio di quei prodotti bancari. Per la procura di Arezzo, che ha disposto nuove perquisizioni della guardia di finanza, c’ e’ la “ragionevole certezza” che quella ‘cabina di regia’ abbia funzionato a livello manageriale e che, attraverso i responsabili d’ area e gli uffici territoriali della banca, abbia disposto un collocamento definito “granulare”, indistinto, e non – come di norma – destinato agli investitori con profilo di rischio “medio-elevato”. Gia’ in passato la questione dei profili di rischio era emersa nell’ inchiesta della procura aretina sul reato di truffa, con l’ attribuzione ad alcuni investitori di parametri risultati poi non rispondenti alla realta’, come il livello di istruzione indicato piu’ alto di quello effettivo. Le perquisizioni di ieri della guardia di finanza, che hanno riguardato anche due alti dirigenti della banca ora in liquidazione coatta amministrativa, sono state indirizzate proprio ad ottenere ulteriori elementi su questo fronte d’ indagine: circolari, documenti, comunicazioni, corrispondenza. Del resto nelle dichiarazioni contenute in almeno 400 denunce di altrettanti risparmiatori che la procura ha vagliato c’ erano indicazioni che andavano in questa direzione. Ed il Codacons giudica “importante” lo sviluppo dell’ indagine: “l’ inchiesta per truffa aperta dalla Procura di Arezzo nasce proprio da una nostra denuncia nella quale segnalavamo come le obbligazioni subordinate fossero state piazzate a fasce di risparmiatori del tutto inadeguate a tali investimenti e senza dare le corrette informazioni sui rischi”. La ‘cabina di regia’ avrebbe organizzato quindi il collocamento delle subordinate attraverso il reticolo organizzativo della banca facendo prospettare ai vari clienti un investimento sicuro ed analogo a quelli in obbligazioni ordinarie e titoli di Stato. “Talvolta – specifica la procura – addirittura il cliente e’ stato spinto ad effettuare il disinvestimento di operazioni a capitale garantito per favorire l’ acquisto delle obbligazioni subordinate, che gli era stato proposto come ‘una promozione’ della Banca rivolta ai propri clienti migliori, ma che doveva essere sottoscritta in tempi brevissimi”. “Ci aspettiamo che la guardia di finanza effettui i dovuti accertamenti sulle responsabilita’ passate nell’ amministrazione della della vecchia Banca Etruria”, ha detto il viceministro all’ economia Enrico Zanetti ad un incontro organizzato dalla Cgil e da Federconsumatori e che ha anche incontrato una delegazione di risparmiatori che hanno chiesto risposte concrete e rimborsi contestando il documento presentato la scorsa settimana. Peraltro gli sviluppi dell’ inchiesta della procura per truffa potrebbe incrociarsi con il rimborso degli obbligazionisti: la scorsa settimana lo stesso ministro dell’ economia Pier Carlo Padoan, in audizione al Senato, aveva sostenuto che “chi ritenga di avere tutte le ragioni di pretendere il completo rimborso, in caso di raggiro, di ‘misseling’, da chi ha venduto, puo’ ricorrere all’ arbitrato che non esclude affatto il rimborso al 100%”.
 
 

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