8 Febbraio 2020

Azzerati, domande in crescita «Ma c’ è chi chiede 900 euro»

 

La lettera di Bper ha avuto effetto sugli azzerati Carife, portando agli sportelli associativi e all’ istruzione delle domande di rimborso una certa quota di persone che ormai avevano rinunciato al 30%. L’ effetto opposto, di scoraggiamento, potrebbe invece ingenerare la bocciatura dell’ anticipo del 40%, che viene vissuto dai risparmiatori ferraresi come una doppia beffa: non erano stati loro a chiederlo (le pressioni sono arrivate dal Veneto) ma il contraccolpo negativo si sente. Sullo sfondo la questione dei costi dell’ assistenza.nuova spinta«Abbiamo in effetti notato un aumento delle richieste rispetto ai nostri associati ormai consolidati, dopo l’ invio delle lettere Bper a tutti gli interessati – fa presente Roberto Zapparoli, presidente Federconsum – Si tratta di un centinaio di risparmiatori coinvolti per importi modesti, che magari avevano pensato di rinunciare e hanno invece trovato la spinta per chiedere il rimborso. Le nostre pratiche sono salite così a 1.500, le istruiremo tutte entro la scadenza del 18 aprile». Federconsum non chiede dilazioni e nemmeno anticipi, «abbiamo saputo dalla stampa la questione dell’ emendamento presentato e poi bocciato» dice Zapparoli, ma insistono nell’ anticipare «il più possibile i tempi di liquidazione: concentriamoci su questo aspetto, senza farci troppe illusioni su incrementi della percentuale» è la posizione di Federconsum.Per Katia Furegatti (Azzerati Carife) il rischio indotto dalla vicenda-40% «è un aumento del clima di sfiducia, mentre bisogna lavorare per l’ incremento del numero delle domande. L’ anticipo avrebbe portato più che altro un aumento dei costi, perché serviva un’ altra domanda. Noi chiediamo invece al sottosegretario Baretta di rispettare l’ impegno preso a gennaio a Ferrara, cioè di lavorare in vista della legge di Stabilità del 2021 per un aumento della quota di rimborso».i conti non tornanoGli Azzerati sono sempre molti attenti alla questione-costi, «continuano a venire da noi risparmiatori a dirci che le spese di istruzione pratiche sono non irrilevanti, si fa da 200 fino a 6-800 euro. Sono i legali a cui vengono inviati i risparmiatori a chiedere queste somme, sotto varie forme. Diciamo a tutti di guardarsi attorno prima di scegliere a quale sportello rivolgersi, la pratica è semplice e ci sono associazioni che fanno recuperare 100 euro grazie ai fondi regionali». Federconsum, dal canto suo, ribatte di aver «concordato con i legali un costo complessivo che si aggira su 2-300 euro», è ancora Zapparoli a parlare. Codacons chiede una percentuale. –Stefano Ciervo© RIPRODUZIONE RISERVATA.

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