17 Luglio 2010

Autotrasporto, l’ Antitrust boccia le tariffe minime

ROMA Antonio Carticalà presidente dell’ Antitrust bacchetta il governo. dopo il sì al decreto che vara misure per l’ autotrasporto, tra cui il ripristino di tariffe minime anche per i contratti scritti, che erano state cancellate nel 1996. «Ora», ha avvertito Catricalà, «c’ è il rischio che altre categorie chiedano lo stesso privilegio, ai danni della concorrenza e dei consumatori». L’ Autorità per la Concorrenza si era mossa in anticipo segnalando a Parlamento e Governo il rischio di introdurre «restrizioni concorrenziali finalizzate unicamente alla protezione dei livelli di reddito dei vettori». E dopo il via libera del consiglio dei ministri è arrivata la reazione di Catricalà, che ha invitato il Parlamento a bocciare il decreto. «L’ Antitrust auspica che il Parlamento non ratifichi» quel testo: «Dopo avere annunciato una politica di liberalizzazioni il governo, contraddicendosi, ha varato un decreto legge sull’ autotrasporto che nella sostanza ripristina tariffe minime inderogabili, senza tenere conto delle ragioni del mercato», afferma Catricalà. Le misure varate per il settore, non solo le tariffe minime ma un pacchetto più ampio, sono utili», ha ribattuto Palazzo Chigi, per «tutela degli addetti e sicurezza della circolazione», e «per rendere più competitivo il settore», colpito da crisi economica e aumento del gasolio. Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto giudica «inesatte, assurde» le valutazioni dell’ Antitrust, perché si tratterebbe di «parametri minimi dei costi della sicurezza» e non di prezzi o tariffe minime. Le misure del governo erano previste in un accordo raggiunto a giugno al tavolo, governo, autotrasportatori, e committenti (con il no di Confindustria). Escluse dal maxiemendamento alla manovra, circostanza che ha spinto gli autotrasportatori Unatras ad annunciare un blocco, sono state inserite in un provvedimento d’ urgenza predisposto dal ministro Matteoli. L’ Antitrust guarda oltre i confini dell’ autotrasporto. Così, si è aperto un varco su un fronte, quello del no alle tariffe minime, sui cui l’ Antitrust ha più volte acceso un faro, dalla riforma forense a psicologi, pubblicitari, geologi. Per Confindustria è «un precedente grave, che apre il fianco ad altre rivendicazioni corporative». Sono norme anticoncorrenziali, «il decreto non sia convertito in legge», esortano gli industriali, che chiedono di «porre fine a una politica dell’ autotrasporto impostata su sussidi e deroghe normative». No anche dei consumatori: «il governo cede alla lobby degli autotrasportatori», denuncia il Codacons.

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