Autostrade, una fusione che preoccupa
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- Aprile
Nonostante le rassicurazioni di Benetton, l`operazione manca di chiarezza. Che non sia la solita operazione contro gli interessi del nostro paese? Renzo Francabandera La fusione Autostrade-Abertis continua a far parlare di sé. Non si placano infatti le polemiche su quello che a molti sembra un disimpegno della famiglia Benetton dal business, e a molti altri un altro pezzo di industria italiana venduto all`estero. A poco è servito l`intervento dell`altro giorno di Luciano Benetton che, spiegando il suo giudizio sull`operazione Autostrade-Abertis, ha ricordato che nella nuova società “Ci sarà alternanza sull`amministratore delegato“ ed ha sottolineato che è molto importante “Avere delle garanzie ed è giusto che questo sia spiegato al Governo e ai politici“. Edizione Holding, sempre secondo Benetton, “Non ha nessuna intenzione né di vendere né di cedere il controllo paritetico di Autostrade. Penso che l`aggregazione delle forze dei due gruppi darà ragione a chi la vede in questa maniera. Penso che gli italiani avranno dei vantaggi, questa è un`operazione a favore del Paese“. Ma a molti partner e costruttori coinvolti nel business delle infrastrutture, come ad esempio Astaldi, la cosa non pare essere proprio digeribile. L`operazione Autostrade-Abertis “non è ancora chiara, non si capisce chi compera, chi vende, chi si fonde, chi fa l`operazione e chi la subisce“. Senza mezzi termini il vice presidente esecutivo di Astaldi, Vittorio Di Paola, ha fatto capire che sull`operazione permangono dubbi. Il commento è arrivato a margine della presentazione del piano industriale 2006-2010. “Bisogna capire bene quale sarà la situazione – ha aggiunto – anche perché c`è il problema della concessionaria“. In ogni caso, secondo Di Paola, “se la fusione tra Autostrade e Abertis andasse nella direzione di creare la più grande concessionaria europea, con grandi investimenti per le infrastrutture, questo sarebbe un fatto molto positivo e noi ci candideremmo per essere strumenti per realizzare un piano così importante“. Impregilo invece teme che l`arrivo degli spagnoli porti con sé maggiori commesse per le grandi società di costruzione iberiche, come Dragados. Contemporaneamente si va facendo forte la pressione sull`Antitrust, fino ad arrivare alla richiesta di un`autorità sulle concessioni autostradali, dopo la presa di posizione di ANAS relativamente al mantenimento dei requisiti che avevano dato luogo all`affidamento ad Autostrade, ma il presidente dell`Antitrust, Antonio Catricalà, è nettamente contrario all`ipotesi di istituire una Autorità sulle concessioni autostradali: “Penso che le Autorità necessitano di una revisione, ma una revisione a snellire e non una revisione ad allargare. Le concessioni credo che siano una responsabilità prettamente politica e amministrativa. Non sarei per delegare questo potere, né la regolamentazione del rapporto ad Autorità indipendenti“. Intanto il gruppo chiuderebbe, secondo esperti, il primo trimestre positivo con i conti trainati dalla ripresa del traffico, deludente nel 2005, e un effetto positivo sui profitti derivante dall`adozione dei principi Ias ( principi contabili internazionali). Sono queste le previsioni in vista del consiglio di amministrazione di Autostrade che il 12 maggio annuncerà i dati della prima trimestrale dell`anno: si arriverebbe ad un utile netto in crescita a 120 milioni (dai 40 milioni dei primi tre mesi del 2005 in cui non erano contabilizzati i criteri Ias), ebit atteso in crescita a 315-330 milioni (da 211,3 del 2005), ebitda a 400-415 (erano 408,3 nel primo trimestre dello scorso anno) e ricavi a 670-680 milioni (da 649,8 milioni). Cifre importanti che ancora di più dovrebbero far riflettere sui motivi di una dismissione così grande. L`assemblea straordinaria di Autostrade che sarà chiamata a dare il via libera alla fusione con Abertis dovrebbe tenersi tra il 26 e il 29 giugno, mentre un cda ad hoc si terrà nelle prossime settimane, presumibilmente il 23 maggio. Nel cda di Autostrade spa, convocato per venerdì prossimo per l`esame della trimestrale, sarà invece cooptato un nuovo consigliere in sostituzione di Giuseppe Guarino che si è dimesso. In pole position c`è l`amministratore di Autostrade per l`Italia, Giovanni Castellucci che potrebbe essere nominato amministratore delegato della holding al posto di Vito Gamberale. Resta caldo il rapporto anche con le associazioni dei consumatori e i numeri sui mancati investimenti sono discordi: Autostrade ha riferito, nell`incontro con i rappresentanti delle associazioni dei consumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori), che i mancati investimenti si aggirano sui 2 miliardi e non sono oltre 4, come detto nelle ultime settimane, e di questi, solo 800 milioni di euro sarebbero investimenti mancati non realizzati dalla società, mentre 1,2 miliardi sarebbero imputabili ad altri e legati al ritardo nella concessione firmata solo nel 2004, 21 mesi dopo l`aggiudicazione con bando. Di fronte alla discordanza di questi dati, i rappresentanti delle associazioni hanno chiesto alla società dati certi che verranno presentati da Castellucci in un nuovo incontro che si terrà a breve. Al centro del nuovo incontro vi sarà anche il tema delle tariffe. Si temono ancora rincari, dopo l`ondata recente di aumenti dei pedaggi. Se la partita sembra chiusa, ancora se ne devono definire i contorni, su un sistema di infrastrutture così importante per l`economia nazionale.
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