Autostrade, polemica sui contributi ai partiti politici
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fonte:
- L`Unità
I versamenti, tutti regolari, sono stati effettuati prima delle elezioni
VERSAMENTI Lo si potrebbe definire un pedaggio politico. È il contributo elettorale che la società Autostrade ha deciso di evolvere ai partiti prima delle elezioni. Denaro che una società titolare di una concessione statale ha devoluto al mondo politico che dovreb- be decidere tariffe e controlli. “I contributi ai partiti? Sono un fatto di gravità inaudita“ ha tuonato ieri il neo segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, in un`intervista al Corriere della Sera dove ha anche parlato di “rapporto distorto“ tra la società e la politica. Per la verità il contributo, che è assolutamente lecito, non tutti lo hanno preso. I Verdi e il partito di Rifondazione comunista hanno opposto un pacato rifiuto. Un rifiuto motivato: “Per continuare a garantire – si può leggere nella lettera della Federazione dei Verdi – un confronto aperto e scevro da ogni condizionamento e finalizzato al bene del Paese riteniamo oltremodo giusto rifiutare il vostro contributo“. “Con questo gesto – è scritto invece nella risposta dell`ex amministratore Vito Gamberale – Autostrade non intende affatto acquisire benemerenze o condizionare la libera posizione che ciascun partito può avere“. Però, si può ancora leggere, anche le posizioni critiche “devono potere avere libero spazio, e quindi mezzi, di espressione e di pensiero“. Da qui, secondo Gamberale, la decisione di “rivolgere attenzione, modesta ed equamente ripartita, ai vari partiti/movimenti politici, nel rigoroso rispetto della legge e della libertà di pensiero e d`azione d`ognuno“. Ma a quanto sarebbe ammontato il contributo elettorale di Autostrade? La società, interpellata, non ha voluto divulgare le cifre rimandando alla prossima semestrale del gruppo (a settembre). Contattare i tesorieri dei partiti, tutti parlamentari, nelle giornata dell`elezione del presidente della Repubblica è stato impossibile. Quello che si sa e che ai Verdi Autostrade era pronta a dare un cifra inferiore ai 50mila euro. Secondo fonti parlamentari alla Margherita sarebbero invece finiti 150mila euro. Considerato il peso politico dei Dl si può ipotizzare che partiti maggiori (da Forza Italia ai Ds fino ad Alleanza nazionale) abbiano avuto un contributo più cospicuo. Lo sapremo solo a settembre. Quando, con tutta probabilità, Autostrade sarà in mano agli spagnoli di Abertis. Secondo fonti finanziarie l`assemblea straordinaria di Autostrade, chiamata a dare il via libera alla fusione, dovrebbe tenersi tra il 26 e il 29 giugno, mentre il consiglio di amministrazione si terrà con tutta probabilità il 23 maggio. L`operazione non si arresta, quindi. E non è servito a nulla l`appello dei Ds Vincenzo Visco e Pier Luigi Bersani, forse futuro ministro dell`Industria, che hanno chiesto di aspettare “il nuovo governo. Da parte di una concessionaria pubblica sarebbe un fatto di rispetto“. “Secondo me – ha tuonato il segretario del Pdci Oliviero Diliberto – ci sono tutti gli estremi per revocare la concessione. Il rapporto tra concedente e concessionario è un rapporto fiduciario: se colui che riceve la concessione la dà ad altri, allora è necessario che il concedente, cioè l`Anas e quindi lo stato italiano, rivalutino l`offerta. Da questo punto di vista – ha aggiunto – confido che con un nuovo governo ci possa un intervento deciso in questa direzione“. Una scelta che sarebbe anche motivata visto i mancati investimenti da parte della società. Di quanto si parla? Secondo i rappresentanti Intesaconsumatori 4 miliardi di euro. Secondo il nuovo amministratore delegato di Autostrade per l`Italia Giovanni Castellucci, che ieri li ha incontrati, solo 2. Comunque sia molti soldi. A fronte, hanno fatto rilevare le stesse associazioni, di “un aumento delle tariffe che negli ultimi quattro anno è stato del 14,8%“. Insomma per la politica la partita sulla fusione sembra ancora aperta. È proprio vero che la riconoscenza non è di questo mondo.
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