3 Maggio 2006

Autostrade, Benetton licenzia Gamberale “Poteri revocati“

Il gruppo veneto: speriamo nell`ingresso di nuovi azionisti stabili italiani. In consiglio Profumo e Bombassei. Le dimissioni di Guarino

Divorzio Autostrade, Benetton licenzia Gamberale

“Poteri revocati“. Il manager: la fusione con Abertis una sconfitta per il sistema Italia

ROMA – Vito Gamberale aveva auspicato che il consiglio di amministrazione rimettesse tutto in discussione “nell`interesse del Paese“. Invece ieri non c`è stato alcun colpo di scena: la fusione per incorporazione di Autostrade per Abertis si farà, con un rapporto di concambio di 1,05 azioni Abertis di nuova emissione per ogni azione Autostrade. Perciò non gli è rimasto altro, dopo aver fatto mettere a verbale il proprio dissenso, che votare contro. Ma il via libera alla fusione (e al futuro consiglio della grande holding, nel quale siederanno fra gli altri anche Alberto Bombassei e Alessandro Profumo) è passato in secondo piano quando l`ordine del giorno, su richiesta di due consiglieri, è stato integrato con “la revoca, per giusta causa“, dei poteri dell`amministratore delegato. Così è stato, e le deleghe di Gamberale sono stati ripartite fra il presidente Gian Maria Gros-Pietro e il direttore generale Giovanni Castellucci. Un autentico licenziamento , dalle conseguenze ancora non chiare. La rottura però, si era in realtà consumata già venerdì, con uno scambio di comunicati che lasciava ben poco spazio al recupero di un rapporto che appariva già fortemente deteriorato. Fin da subito l`amministratore delegato non aveva condiviso la fusione, della quale era stato informato soltanto a cose fatte, considerandola “non una cosa buona per il Paese“. E Gamberale non era nemmeno isolato, come dimostrano le dimissioni dal consiglio rassegnate ieri dal giurista Giuseppe Guarino, anche se motivate con “una ipotesi di conflitto fra il ruolo di consulente e quello di amministratore indipendente“. Una situazione tanto delicata da spingere ieri Gilberto Benetton a definire la fusione “una operazione di mercato trasparente per creare un campione europeo in grado di effettuare ulteriori investimenti anche in Italia“. Sottolineando ancora una volta che non si tratterebbe di quella vendita agli spagnoli sospettata da molti, con l`auspicio “che altri investitori italiani si affianchino nel progetto, che vede la nostra famiglia tra i soci stabili“. Era chiaro da tempo, ormai, che a Ponzano Veneto avevano deciso di puntare su Gros-Pietro e soprattutto su Castellucci, nominato un anno fa amministratore delegato di Autostrade per l`Italia, società titolare della concessione. Di fatto, era diventato lui l`uomo chiave nei rapporti con l`Anas, mai così difficili. E non solo. Giovedì incontrerà i rappresentanti di Adusbef, Codacons, Adoc e Federconsumatori, che già sono scesi sul sentiero di guerra. “L`accordo, oltre a essere una vendita mascherata per fare cassa nuoce gravemente agli interessi del Paese, com`è dimostrato anche dal dissenso di Gamberale“, hanno affermato le quattro associazioni dei consumatori in una nota bellicosa. Arrivando a chiedere al futuro governo una commissione d`inchiesta sull`Anas, “con la revoca per giusta causa“, questa volta, del presidente Vincenzo Pozzi.

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