14 Gennaio 2012

Auto blu, Monti non fa eccezioni

Auto blu, Monti non fa eccezioni stretta estesa a organi costituzionali, regioni ed enti locali.
 

L’ aveva iniziata Brunetta, Monti la porta a termine. La stretta sulle autoblu da cui l’ ex ministro della funzione pubblica aveva risparmiato gli organi costituzionali (su tutti la Consulta e il Csm), le regioni e gli enti locali ora non guarderà più in faccia nessuno. Nemmeno chi l’ auto di servizio continuerà ad usarla. Perché gli assegnatari di autovetture in uso non esclusivo (e tra questi spiccano figure di tutto rilievo come il segretario generale di palazzo Chigi, i capi di gabinetto dei ministri, i capi dipartimento, i segretari generali dei ministeri, i presidenti degli enti pubblici, i direttori delle Agenzie fiscali) dovranno utilizzarle solo per «casi di effettiva necessità legati a inderogabili esigenze di servizio». In alternativa, dovranno essere utilizzati i mezzi pubblici quando garantiscono risparmi per la pubblica amministrazione. Scompare dunque il riferimento all’ «uguale efficacia» del trasporto pubblico che avrebbe potuto legittimare un abuso delle autoblu a svantaggio dei primi. Le modifiche volute da Mario Monti accolgono i rilievi del Tar del Lazio che il 10 novembre 2011 (ordinanza n. 4139), su ricorso del Codacons e dell’ Associazione utenti del trasporto marittimo, ferroviario e aereo, aveva giudicato «irragionevole e illogica» la disparità di trattamento contenuta nel dpcm firmato da Brunetta il 3 agosto scorso. E per questo aveva domandato lumi alla presidenza del consiglio. I giudici amministrativi hanno invitato palazzo Chigi a riesaminare il dpcm visto il «considerevole onere derivante per le finanze pubbliche dall’ utilizzo dei mezzi di servizio proprio con riferimento a regioni ed enti locali». Delle 72 mila vetture di servizio stimate da Brunetta potrebbero essere circa 60 mila quelle a disposizione degli enti territoriali per un costo di 1,3 miliardi di euro l’ anno che il governo Monti si attende dunque di risparmiare. Per questo il premier, assieme al nuovo ministro della funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, ha messo mano al decreto che è stato trasmesso nel nuovo testo al Tar del Lazio. Tra le altre novità la previsione che gli acquisti di autovetture da parte delle pubbliche amministrazioni debbano essere immediatamente comunicate alla presidenza del consiglio e non più entro 30 giorni come precedentemente previsto. E intanto prosegue il monitoraggio del Formez e di palazzo Vidoni sul parco vetture. Il termine per compilare il censimento (a cui fino ad ora hanno risposto circa 5.600 amministrazioni su 8.145 tenute a farlo) è scaduto a fine 2011, ma è stato prorogato al 20 gennaio «per consentire la massima adesione» possibile. Le amministrazioni più tempestive nelle risposte sono state le regioni (86% delle giunte e il 61% dei consigli), seguite da università (84% del totale), camere di commercio (81%), province (77%) comuni capoluogo (70%), p.a. centrale (56%), Asl (57%) e comuni non capoluogo (44%). Il maggior tasso di adesione al censimento si è registrato nel Nord (60% con punte del 68% in Emilia Romagna) mentre le risposte provenienti dal Sud e dalle Isole sono mediamente sotto il 30%. Nel complesso le auto al momento censite sono circa 50 mila. Cosa prevede il dpcm di agosto. Il decreto di Brunetta distingue le auto di servizio in tre categorie. La prima è quelle delle vetture cosiddette «blu blu», assegnate in uso esclusivo e con autista a disposizione alle più alte cariche dello stato (presidente del consiglio, ministri, viceministri, sottosegretari, primo presidente e pg della Cassazione, presidente del Consiglio di stato, presidente e pg della Corte dei conti, avvocato generale dello stato, presidenti delle Authority e di Inps, Inail e Inpdap) che sono circa 2 mila. Poi ci sono le auto blu vere e proprie assegnate in uso non esclusivo (circa 10 mila) e infine le auto di servizio vere e proprie (60 mila che impiegano 14 mila autisti i cui stipendi costano allo stato 600 milioni di euro l’ anno). Il taglio previsto da Brunetta dovrebbe sfoltire circa 3.500 veicoli di cui 2 mila solo nei ministeri. 
   
 

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