29 Agosto 2007

Aumenti a raffica, anche del 27\%.

Aumenti a raffica, anche del 27\%. L`autunno dei prezzi dei prodotti alimentari sarà caldo, così almeno dicono le associazioni dei consumatori. Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori chiedono al ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro di convocare il tavolo agroalimentare in tempi brevi. “Il nostro Osservatorio – sottolineano in una nota le organizzazioni – continua a registrare e a confermare improponibili aumenti dei prezzi, soprattutto dei prodotti fondamentali a base dell`alimentazione, quali pane, pasta e latte. Per quanto ci riguarda – osservano – noi riteniamo che le giustificazioni addotte, come quella dell`aumento del prezzo della materia prima a livello internazionale, siano inaccettabili. Per prima cosa perché non si tiene conto della rivalutazione dell`euro sul dollaro quale moneta di acquisto dei prodotti di base e, per secondo, perché l`incidenza della materia prima sulla determinazione del costo del prodotto trasformato e finito varia dal 10 al 30\%, poiché nell`intera filiera vi sono diversi costi, quali quello dell`energia, della manodopera, del trasporto, della commercializzazione e della pubblicità“. Quindi, concludono Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, “traslare l`aumento della materia prima in identica misura sul prezzo del prodotto finito è operazione scorretta e speculativa“.Chi è il responsabile dei rincari? La Coldiretti esclude gli agricoltori e cita il prezzo del pane come esempio. “È aumentato del 419\% negli ultimi 20 anni nonostante il grano sia continuamente diminuito ed oggi risulti addirittura inferiore a quello pagato agli imprenditori agricoli nel 1985“. “Il livello dei prezzi in agricoltura non offre giustificazioni credibili agli aumenti annunciati in autunno per i derivati dei cereali come pane, pastasciutta, dolci e biscotti“. Se secondo un`analisi della Coldiretti per pane, pasta fresca e dolci il prezzo dal campo al consumo si moltiplica rispettivamente di 12, 20 e 70, il prezzo del latte fresco dalla stalla al consumatore passa da 0,33 a 1,40 euro con un aumento di oltre il 300\%.“I rincari annunciati -continua la Coldiretti- rischiano peraltro di avere effetti negativi sui consumi domestici che sono già pesantemente calati dell`8,8\% per il pane e del 5,4 \% per la pasta di semola, nel primo trimestre del 2007, rispetto allo scorso anno secondo i dati Ismea – Ac Nielsen. Con un kg di grano dal prezzo di circa 22 centesimi si riesce a produrre, con la trasformazione in farina e con l`aggiunta di acqua, un kg di pane che viene venduto ai cittadini a valori di almeno 12 volte superiori e variabili da 2,7 euro al kg per il pane comune a 5 euro e oltre per i pani più elaborati“, rileva ancora la Coldiretti. “Ma i rincari -sostiene la Coldiretti- non trovano giustificazione neanche in una presunta mancanza di prodotto italiano. La produzione di frumento duro nel 2007 in Italia è aumentata rispetto allo scorso anno dello 0,9\% per 4,13 milioni di tonnellate, mentre per il grano tenero l`aumento è dello 0,6\% per una produzione di 3,23 milioni di tonnellate. Il rischio è che i rincari servano a coprire la volontà di aumentare le importazioni dall`estero di prodotti da spacciare come Made in Italy.

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