Aumenta ancora il peso del Fisco
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fonte:
- Il Gazzettino
ROMA – La pressione fiscale in Italia continua a salire, toccando il 50,3% sul Pil nel quarto trimestre dell’ anno e il 43,5% nell’ intero 2014, +0,1% sul 2013. Il ministero dell’ economia contesta questi dati: la pressione fiscale nel 2014 è scesa al 43,1%, i miliardi di Irpef in meno sui redditi di lavoro dipendente (i famosi 80 euro) sono stati erogati sotto forma di credito di imposta e, in quanto tali, hanno dovuto essere contabilizzati come maggiore spesa invece che come minore prelievo. D’ accordo la Cgia di Mestre, che però avverte come nel 2014 pesi in più il ritorno della tassa sulla casa (nel 2013 l’ Imu sulla prima abitazione era stata abolita) e che la tassazione locale sia sempre in crescita. Il tutto in attesa della stangata Iva che potrebbe arrivare nel 2016. Nel 2014 il potere d’ acquisto delle famiglie, in un contesto di bassa inflazione se non di deflazione, resta invariato (arrestando comunque la caduta dei sei anni precedenti, dal 2008 al 2013). Riparte, però, la spesa delle stesse famiglie: sempre dai dati dell’ Istituto di statistica emerge infatti una ripresa in tal senso che si attesta ad un +0,5% nel 2014 rispetto al 2013 (il primo segno positivo dopo i due cali successivi registrati nel 2012 e 2013). Una crescita che risulta superiore a quella del reddito disponibile in valori correnti sempre delle famiglie consumatrici, salito dello 0,2% nel 2014. Diminuisce la propensione al risparmio, che nell’ anno risulta pari all’ 8,6% (- 0,3%). Non si arresta invece la discesa della quota di profitto delle imprese che arriva a toccare il 40,6% (diminuendo di 0,8 punti percentuali rispetto al 2013) toccando così il nuovo minimo dall’ inizio delle serie storiche, il 1995. La spesa per interessi passivi dell’ Italia nel quarto trimestre del 2014 risulta in calo di un miliardo. Ma è l’ aumento del peso delle tasse che preoccupa sindacati e consumatori. La Cisl sottolinea che anche il bonus di 80 euro, introdotto da maggio dell’ anno scorso, «non è bastato a ridurre la pressione fiscale complessiva», perché il suo effetto è stato «compensato dall’ aumento della fiscalità locale, delle accise e dell’ Iva». Per questo chiede al governo di «ampliare l’ ammontare del bonus, estendendolo a tutti i lavoratori, ai pensionati e agli incapienti e di bloccare l’ aumento delle addizionali regionali e locali, in attesa di una revisione complessiva della fiscalità locale». La Uil parla di un livello attuale di pressione fiscale «incompatibile con una ripresa stabile e duratura dell’ economia». Il Codacons, ricordando che è passata dal 41,8% del 2004 al 43,5% del 2014, sostiene che «l’ Italia è il paese europeo dove le tasse crescono più velocemente a fronte di servizi in costante diminuzione».
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