Attenzione agli «euro-trucchi»
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fonte:
- Giornale di Brescia
E i parcometri della Tep aggiornati a metà: molti accettano solo lire
Stessa merce, stessa vetrina, medesimo negozio: e prezzo diverso. I conti? Non tornano. Almeno non sempre. Abbiamo appena finito di brindare alla moneta unica che già tira aria di «euro-trucco»: seppure la lira non sia ancora andata del tutto in pensione, anche a Parma si fa largo il nuovo nemico numero uno del consumatore, il temutissimo e famigerato «arrotondamento».
Lo avevano promesso da più parti: «niente aumenti», «nessuna maggiorazione». I rincari? Solo una remota ipotesi. Siamo andati a controllare. Scoprendo che, se la maggior parte dei commercianti della città non ha variato i prezzi approfittando dell`entrata in scena (più confusa che trionfale, in realtà) dell`euro, altri _ dalle boutique del centro ai venditori ambulanti _ si sono lasciati immediatamente tentare dal fascino indiscreto dell`arrotondamento. E hanno fatto cifra tonda: a scapito delle nostre tasche.
E` stata sufficiente una notte a cambiare le cose: quella tra il 31 dicembre e il primo gennaio. Anno nuovo, prezzi nuovi? In alcuni casi, sì. E così, la signora che il 30 dicembre aveva pagato la permanente da un parrucchiere del centro storico 65.000 lire, tornandoci oggi dovrebbe versare 40 euro, ossia 77.451 lire. Già, alla faccia dell`arrotondamento.
Ma anche suo marito, se fosse cliente del barbiere di una delle vie principali di Parma, troverebbe una brutta sorpresa: il taglio di capelli a 27.000 lire (13,94 euro) ha lasciato il posto con il 2002 a un servizio equivalente da 15 euro, 29.044 lire. Più che di arrotondamenti, qui si può legittimamente parlare di aumenti veri e propri. Il Codacons, una delle associazioni a tutela dei consumatori, lamenta che in Italia parrucchieri e barbieri hanno alzato i prezzi in media dell`8%: forse è solo un caso, ma i due negozi che abbiamo controllato non fanno che suffragare questa ipotesi.
E l`abbigliamento? Se ancora tanti, anche molto noti, negozi del centro continuano a mantenere esposti i soli prezzi in lire (aiutandosi correttamente col convertitore se qualcuno desidera pagare in euro), mentre altri hanno tradotto perfettamente i prezzi in euro, senza arrotondamenti, abbiamo riscontrato qualche pur raro caso di «aggiustamenti». Una camicia da uomo che costava 110.000 lire non più di quattro giorni fa, oggi viene ad esempio pagata 57 euro invece di 56.81. Stessa sorte per un portachiavi firmato da donna: se avete ancora la vecchia moneta in tasca lo portate a casa con 94.000 lire, ma se ormai siete passati alla nuova valuta dovrete versare 49 euro, ossia 94.877 lire.
L`effetto euro colpisce indistintamente: anche quando l`arrotondamento non c`è, o viene, per meglio dire, mascherato. Un cellulare V66 della Motorola a 989.000 lire nel non lontano 2001 lo abbiamo rivisto ieri nello stesso negozio a 511,29 euro, quasi mille lire in più. Incredibile ma vero, tra i primi ad aggiornarsi all`euro (e all`arrotondamento) sono stati anche gli immigrati che vendono in via Cavour i dischi contraffatti: fino all`anno scorso chiedevano diecimila lire, adesso vogliono 6 euro. Ossia, convertitore alla mano, 11.618 lire.
Ma le brutte sorprese dei primi giorni dell`era euro non sono finite qui: nel mirino, anche i parcometri della Tep. In tanti, ieri, hanno telefonato in redazione protestando: molte, tra le «macchinette» sparse per la città, non accettano gli euro, scatenando la rabbia di chi vorrebbe, legittimamente, lasciare l`auto nelle righe blu e non ha più lire in tasca. Se nelle vicinanze del centro i parcometri sono stati per lo più tarati, in altri quartieri infatti (come in alcune zone dell`Oltretorrente, solo per fare un esempio) «vanno» ancora soltanto a lire. Un ritardo che fa discutere.
La rivoluzione dell`euro per il cittadino rischia insomma di trasformarsi in un percorso minato: e, comunque, resta, un po` per tutti, difficile abituarsi. Pagando un aperitivo con una banconota da dieci euro, ad esempio, ci siamo visti tornare indietro un resto di dodici monete. A bar affollato, qualcuno, dietro e davanti il banco, potrebbe anche sudare freddo. La sensazione è che le buon vecchie lire vengano accettate ancora molto volentieri: conti più facili e veloci, con buona pace della Ue.
Anche se, in realtà, la vera avversaria dei negozianti è la doppia circolazione della moneta: in tanti avrebbero preferito una soluzione «alla tedesca», con la scomparsa della lira già dal primo gennaio. «Così _ spiegano _ ci sarebbe stata meno confusione».
Di certo, tra euroforici e euroscettici, non è facile per nessuno oggi come oggi avere le idee chiare. E ha voglia il negoziante a spiegare all`anziano cliente che con la nuova moneta si favorisce il commercio, rafforzando l`unità di quel grande Paese chiamato Europa. «Macché commercio, macché Europa! Qui _ risponde seccato il vecchietto _ si favorisce solo il caos…».
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