Ateneo di Catania al voto, macchina in moto
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fonte:
- La Sicilia
Gianluca RealeCatania. Alla fine il decano ha parlato. O meglio scritto. Mentre la campagna elettorale dei cinque aspiranti alla carica di “Magnifico” – Salvatore Barbagallo, Vittorio Calabrese, Agatino Cariola, Francesco Priolo e Roberto Purrello – prende ufficialmente il via con gli incontri nei dipartimenti, il professore Vincenzo Di Cataldo prova a chiarire alcuni aspetti su cui si è discusso nei giorni scorsi: l’ indizione delle elezioni del nuovo rettore e l’ opportunità di rinviarle di un paio di mesi rispetto alle date stabilite: 23, 26 e 29 agosto, eventuale ballottaggio il 2 settembre. I sassolini dalle scarpe Di Cataldo se li toglie in un lungo messaggio indirizzato alla comunità accademica. Nel quale, innanzitutto, risponde indirettamente al Codacons che aveva annunciato un esposto in Procura sulla legittimazione del decano a indire le elezioni di fronte a una vacatio delle carche di rettore e pro rettore. «Dopo lo scandalo dell’ indagine Università bandita – dice il Codacons – nessuno aveva titolo per esercitare poteri sostitutivi. Nel caso di impedimento di rettore e pro-rettore non è previsto da nessuna parte che si possa procedere a un simile adempimento», cioè alla convocazione del Senato accademico. Una tesi che nel messaggio di Di Cataldo ai 1300 docenti, 1300 unità di personale tecnico e amministrativo e ai circa 40mila studenti dell’ ateneo, viene confutata. «Il decano – scrive Di Cataldo – ha avuto dalla legge il compito di indire le elezioni del nuovo rettore e, nel frattempo, svolgere le funzioni di rettore, fino all’ elezione del nuovo e limitatamente all’ ordinario». Di Cataldo cita anche la fonte normativa, di epoca monarchica, il «decreto legislativo luogotenenziale 7 settembre 1944, n. 264, la cui vigenza è confermata dal decreto legislativo 1 dicembre 2009, n. 179» oltre «all’ art. 12 del regolamento elettorale dell’ Università di Catania». Dunque, «proprio perché legittimato a svolgere le funzioni di rettore – aggiunge – il decano aveva e ha il potere di convocare il Senato accademico, e lo ha convocato. Il Senato ha invitato il decano ad indire le elezioni. E il decano le ha indette». Altra questione sul tappeto, il mancato rinvio del voto, confermato invece in pieno agosto. Di Cataldo lo spiega bene nell’ intervento che pubblichiamo a parte, in risposta anche alle osservazioni della collega Ida Nicotra mosse dalle colonne del nostro giornale, l’ altro ieri. L’ appello dei 20 docenti, una mail ricevuta da un altro collega di Giurisprudenza, Di Cataldo ammette di avere riflettuto ma, aggiunge, «ritengo che al decano non spetti alcuna valutazione di opportunità. Proprio in un momento in cui un’ indagine penale in corso rimprovera alla Università di non avere rispettato le regole, ritengo che l’ Università debba mostrare che essa segue con attenzione e rispetto le regole, tutte. Anche queste regole sulle elezioni del rettore. Lo deve mostrare a sé stessa, alla città, a tutti». Se ne continuerà a discutere nei corridoi accademici, ma intanto la campagna elettorale entra nel vivo con i confronti fra i candidati. Tre quelli fissati con il corpo docente: venerdì prossimo ai Benedettini (area giuridica-economica-sociale-umanistica), lunedì 29 nell’ aula magna del Polo Bioscientifico (area tecnico-scientifica), martedì 30 nell’ aula magna del dipartimento di Scienze biomediche e biotecnologiche (area medica); giovedì 1 e venerdì 2 agosto, di nuovo nell’ auditorium “De Carlo”, i candidati si confronteranno rispettivamente con il personale tecnico-amministrativo e con gli studenti. Infine, avevamo scritto che dei cinque candidati solo Vittorio Calabrese fosse alla seconda esperienza. Invece anche Salvatore Barbagallo fu candidato nel 2006, quando poi venne eletto Antonino Recca. Alle urne il nuovo verdetto. In piena estate.
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Tags: Catania, Elezioni, rettore, Università