26 Giugno 2009

Assurdo vietare: bastano corsi, regole e buon senso

 
 Paolo Silvestri, lei è presidente della federazione kitesurf: che ne pensa della richiesta del Codacons di imporre il divieto al kitesurf col vento forte? «Non ha senso. Ci sono casi in cui 40 nodi di vento costanti possono non essere pericolosi, perché magari si "vola" davanti a un litorale sabbioso, e altri per i quali 15 nodi possono creare problemi, soprattutto se ci sono rocce e scogli. E poi, chi dovrebbe deciderlo? Si potrebbe pensare a centri autorizzati, alle scuole, ma qualcuno dovrebbe assumersi una responsabilità davvero grande». E allora, che fare per abbattere il rischio di incidenti come quello di Cerveteri? «Alcune regole esistono già, basta seguirle. Sono quelle della nostra Federazione, delle ordinanze delle Capitanerie. E poi, deve prevalere il buon senso e la prudenza». Lei che cosa consiglia? «Anzitutto, è necessario avvicinarsi a questa disciplina frequentando una scuola, che impartisce non soltanto nozioni tecniche, ma anche gli standard di sicurezza. Quindi occorre stabilire che il kitesurf non si può praticare vicino a riva: è pericoloso sia per il kiter sia per chi gli sta vicino. Sono necessarie distanze minime, corridoi di lancio. E modalità precise di uscita in mare e rientro a terra, perché è proprio durante queste fasi che il rischio è maggiore: bisogna avanzare dolcemente, piano, con l’aquilone basso, rivolto verso il senso di marcia e non alto sulla testa».
 

 

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