Assolti Domenici e Martini: “Il fatto non sussiste”
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- L`Unità
La sentenza del giudice dopo un processo durato un anno e 8 mesi. Un caso che farà giurisprudenza: «Inquinamento anche per fonti transfrontaliere» Il giudizio MARIA VITTORIA GIANNOTTI m10, tutti assolti. «I fatti non sussistono» ha sentenziato il giudice, uscendo da tre ore di camera di consiglio. A tirare un sospiro di sollievo, dopo un processo durato un anno e otto mesi, fitto di udienze e di perizie scientifiche, l’ ex presidente della Regione Toscana Claudio Martini e l’ ex sindaco di Firenze Leonardo Domenici.Ma anche l’ ex assessore regionale Marino Artusa, nonché sindaci e assessori all’ ambiente – alcuni dei quali tuttora in carica – dei principali comuni della cintura fiorentina tutti accusati di getto pericoloso di cose e rifiuto di atti di ufficio sotto il profilo omissivo. L’ ex assessore all’ ambiente di Palazzo Vecchio Cristina Scaletti ora è in Regione da neo assessore alla cultura. Nel frattempo il sindaco Matteo Renzi ha affidato le deleghe sulla politica ambientale, prima erano della Scaletti, all’ ex collega di giunta Stefania Saccardi. Così in attesa di nominare un nuovo assessore all’ ambiente (dovrebbe essere una donna in quota Idv) con un provvedimento dirigenziale del 13 maggio scorso è stato deciso lo spostamento degli uffici dell’ assessorato alla casa. Pertanto l’ assessore Claudio Fantoni andrà ad occupare i locali al primo piano di Palazzo Vivarelli Colonna di via Ghibellina. Monferini, al termine della sua lunga requisitoria, aveva chiesto condanne a 8 mesi di reclusione per Martini e Domenici – per il loro ruolo trainante nelle decisioni adottate per combattere l’ inquinamento atmosferico da polveri sottili – e 5 mesi per tutti gli altri. Secondo l’ accusa, gli amministratori non avevano rispettato la normativa europea che prevede un limite per i giorni di superamento di sostanze inquinanti e non avevano adottato provvedimenti e misure per tutelare la salute dei cittadini. Un’ inerzia tanto più grave, secondo la Procura – che ha preso in esame la concentrazione di pm10 e biossido di azoto a partire dal 2005 – dal momento che i dati del costante rilevamento della qualità dell’ aria, avrebbero imposto azioni urgenti di contrasto. La prima udienza del processo risale al 3 ottobre del 2008. In aula si sono alternati politici e scienziati, epidemiologi e tecnici. L’ accusa ha provato a illustrare il nesso tra inquinamento e malattie respiratorie; la difesa si è concentrata sull’ impossibilità di dimostrare una relazione diretta tra le sostanze inquinanti e le misure adottate sul territorio per limitarne la concentrazione. Ora, come fa notare l’ avvocato Pier Matteo Lucibello, che ha assistito l’ ex sindaco Domenici, la decisione del Tribunale fiorentino è destinata a restare un punto fermo nella giurisprudenza. «Credo sia una sentenza pilota almeno per ciò che concerne l’ interpretazione delle normative Ue – ha detto l’ avvocato Francesco Bevacqua, difensore di Martini – Applicando correttamente la normativa comunitaria non sussiste neppure il superamento dei limiti di legge e questo nega il presupposto dell’ accusa». Al processo si era costituito parte civile il Codacons: «Siamo comunque soddisfatti – ha commentato Silvia Bartolini, rappresentante dell’ associazione di consumatori – perché processo ha posto all’ attenzione il problema dello smog». La sentenza «dimostra che la Regione e gli altri Comuni hanno sempre agito nel rispetto della legge e delle normative comunitarie» ed evidenzia «che l’ inquinamento non deriva solo da fonti locali ma anche transfrontaliere e che lo smog si aggredisce con misure coordinate tra enti locali, Regioni, governi nazionali ed Europa. Sicuramente la Regione la sua parte l’ ha fatta in questi anni e siamo disposti ad impegnarci per fare anche di piu» commenta il presidente della Toscana Enrico Rossi. «Piena soddisfazione» per la sentenza è stata espressa anche dal presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci.
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