11 Febbraio 2011

Assolatte, aumenti non rinviabili

Assolatte, aumenti non rinviabili
 

La spirale dei prezzi raggiunge anche gli scaffali di formaggi, burro, yogurt e di tutti quei prodotti derivati dal latte. Ieri Assolatte, l’ Associazione dei produttori del lattiero-caseario, ha lanciato l’ allarme: gli aumenti delle materie prime hanno spinto verso l’ alto i costi di produzione e non è più possibile riassorbirli. "Se questi aumenti non fossero trasferiti con la massima celerità sui prezzi al consumo, si metterebbe a rischio la stessa sopravvivenza delle aziende"."Gli allevatori – intervieneNicoletta Merlo, ad di Mauri e membro del direttivo Assolatte – hanno chiesto aumenti intorno al 10%, non del tutto giustificati. Mi auguro che rivedano le loro pretese: il prezzo del latte incide per oltre il 60% sul costo finale e non ci sono più margini per tutelare il consumatore. Non ci credete? Guardate i bilanci dell’ industria di trasformazione".In dettaglio, i produttori lamentano il ritmo insostenibile di molte materie prime agricole: il prezzo del mais, ad esempio, componente importante nell’ alimentazione degli animali da latte, è aumentato del 68% e quello della soia del 14 per cento. "Anche il prezzo del latte alla stalla – sottolinea Assolatte che rappresenta il 90% del fatturato del comparto lattiero-caseario – è cresciuto in modo significativo: da gennaio 2010 a oggi si sono registrati aumenti del 20%, interamente assorbiti dall’ industria di trasformazione, che negli ultimi due anni ha ridotto i prezzi medi al consumo di molti prodotti, attraverso il contenimento dei costi e la riduzione dei margini aziendali". Negli ultimi 12 mesi sono cresciute anche le quotazioni all’ ingrosso dei principali formaggi duri italiani, in primis grana padano +27% e parmigiano reggiano +31%, anch’ essi, secondo Assolatte, integralmente assorbiti dalle aziende che li commercializzano.Ma quanto pagherà di più la famiglia? Assolatte precisa che "non è nostro compito indicare i prezzi: questi variano a seconda delle peculiarità e delle strategie delle aziende". Merlo invece osserva che "ritoccheremo i listini della stessa entità che verrà riconosciuta agli allevatori. Non un centesimo in più".Vincenzo Tassinari, presidente del consiglio di gestione di Coop Italia, fa un passo indietro: "Già in autunno abbiamo accettato un ritocco del prezzo del latte del 7-8% al litro mentre per parmigiano reggiano e grana padano gli aggiornamenti sono stati nel complesso tra il 30 e il 40 per cento. Ora mi aspetto altre richieste di aumenti in marzoaprile intorno al 5-6%". Anche Giuseppe Brambilla di Civesio, ad di Carrefour Italia, conferma "alcuni aumenti sui lattiero-caseari li abbiamo già passati a fine 2010 e ora ne abbiamo altri in negoziazione. Ma non riusciamo più ad assorbirli. Attenzione a non esagerare gli effetti dell’ inflazione internazionale: pena un ulteriore calo dei consumi".Infine, il Codacons ha annunciato un esposto all’ Antitrust a seguito delle dichiarazioni odierne di Assolatte che, comunicando futuri aumenti dei prezzi al dettaglio, potrebbe essere incorsa in un possibile aggiottaggio.
 

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