1 Marzo 2002

Assicurazioni: scattano i ricorsi Rc auto



Parola (e calcoli) delle associazioni di difesa dei consumatori: ogni titolare di una polizza Rc auto stipulata tra il 1994 e il 1998 con una delle 17 compagnie condannate in via definitiva l?altro ieri dal Consiglio di Stato può chiedere un risarcimento dai 200 ai 250 euro. Non solo la maximulta da 608 miliardi, quindi, per le imprese finite nel mirino dell?Antitrust ad ottobre del 1999 per «pratica di cartello». Adusbef e Codacons hanno già aperto la campagna-risarcimenti. Secondo una stima delle due associazioni, i «rincari surrettizi effettuati in quel periodo avrebbero danneggiato gli utenti per 5.600 miliardi di lire»: con un incidenza, appunto, di 200-250 euro su ciascun assicurato. I 5.600 miliardi rappresentano l?80 per cento dei 7.000 miliardi di danni per gli assicurati quantificati dal Garante della concorrenza Giuseppe Tesauro. E l?80% è la percentuale di mercato coperta dalle 17 compagnie: 76 mila miliardi di fatturato su un un totale di 96 mila, secondo i calcoli di Adusbef e Codacons. Che ricordano anche come, negli anni presi in esame, ci siano stati in Italia «continui e infiniti rincari, pari al 63 per cento», contro una riduzione in altri paesi europei.
Qui a lato pubblichiamo il fac-simile del modulo preparato da Adusbef e Codacons per ottenere il rimborso dal Giudice di pace. Un fac-simile, si badi, in evoluzione: la versione definitiva sarà scaricabile nei prossimi giorni dai siti internet www.adusbef.it e www.codacons.it. Le due associazioni suggeriscono, comunque, di chiedere prima – bonariamente» – alla compagnia il risarcimento e poi passare all?istanza al Giudice di pace. Quest?ultima pratica può essere svolta senza l?aiuto di avvocati: «Consigliamo agli assicurati di partecipare ad una delle riunioni settimanali aperte al pubblico indette dai giudici di pace – sottolineano al Codacons – per apprendere i… segreti di una difesa senza legali. E ricordiamo che l?istanza non è in bollo».
Incontri sulla riforma. Torneranno a vedersi giovedì 7 governo, Ania e consumatori per dirimere i nodi sulla riforma della Rc auto, bloccatasi in Parlamento dopo la bocciatura della norma che prevedeva l?obbligo di riparazione per essere risarciti. Martedì consumatori e Ania si confronteranno per cercare un?intesa da portare poi al tavolo con il governo. Sugli autoriparatori, i consumatori insistono nel ritenere preferibile la libertà di scelta per l?automobilista. Il disegno di legge sulla riforma arriverà al Senato alla metà di marzo.
Banca dati Isvap. Sta per partire la banca dati che Isvap metterà a disposizione di utenti, compagnie, magistrati e forze di polizia per combattere le truffe Rc auto. La banca dati Isvap necessita solo del via libera del garante della Privacy, atteso entro marzo. Per il presidente dell?istituto di vigilanza, Giovanni Manghetti, è uno dei punti di partenza della riforma del settore. Le imprese italiane ed estere che esercitano in Italia saranno obbligate a trasmettere memnsilmente a Isvap i dati riguardanti tutti i sinistri a partire dal primo gennaio 2001 (l?anno scorso le segnalazioni sono state 4,91 milioni). Tutti gli incidenti, uno per uno, ha spiegato Manghetti, passeranno ai raggi ?x? di 126 parametri che, nel tempo, costituiranno importanti serie storiche ai fini dell?identificazione dei sinistri. «La banca dati sarebbe perfetta – sottolinea Manghetti – se disponessimo di un?informazione completa anche sulle targhe e sui contratti assicurativi. Ma contiamo di arrivarci grazie anche alla collaborazione delle compagnie. C?è un interesse da parte del sistema assicurativo a far funzionare la banca dati e a collaborare». Per le imprese inadempienti nella comunicazione dei dati sono previste sanzioni da uno a sei milioni di lire: multe tutto sommato contentute che potrebbero far saltare l?intero progetto. Tra le richieste che Isvap avanza al legislatore c?è quella relativa al codice fiscale, i cui dati restano ancor oggi top secret: «Il codice fiscale – conclude Manghetti – è uno strumento importante perché identifica con certezza la persona. Se riusciremo su questo punto allora potremo dire che la banca dati sarà operativa e funzionante al 100%».

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