31 Gennaio 2020

Asilo degli orrori a Vittoria, le due maestre fanno scena muta

Si sono avvalse della facoltà di non rispondere le due insegnanti di 59 e 54 anni comparse ieri mattina davanti al gip Andrea Reale presso il Tribunale di Ragusa. In base alle immagini divulgate dalla polizia di Stato che ha condotto le attività di indagine -, le donne avrebbero maltrattato fisicamente e verbalmente alcuni bambini di una scuola materna di Vittoria. Una udienza lampo. Le due donne assistite dagli avvocati Sebastiano Piccolo, Marina Giudice e Salvatore Occhipinti si sono allontanate da palazzo di giustizia alle 10,10. I loro legali non appena esamineranno con cura gli atti disponibili valuteranno la predi sposizione del ricorso al Tribunale del Riesame. Al momento sono già quattro le famiglie che hanno nominato dei legali per essere assistite. Hanno riconosciuto i propri figli proprio dalle immagini divulgate. I loro legali, Daniele Drago, Valerio Palumbo e Santino Garufi hanno depositato le nomine funzionali ad una eventuale costituzione di parte civile. Ma altre famiglie si stanno muovendo per la difesa dei diritti dei propri bambini. Il Comune di Vittoria, attraverso il commissario straordinario Filippo Di spenza, ha preannunciato la costituzione di parte civile.«Esprimiamo sdegno e ferma condanna per quanto accaduto nella scuola materna di Vittoria -ha affermato Filippo Dispenza, a nome della commissione prefettizia che governa la città di Vittoria, sciolta per mafia -. Lo sdegno aumenta ancor di più quando viene perpetrata sui bambini, su soggetti fragili e che non hanno possibilità di difendersi. Sin da ora annuncio che il Comune di Vittoria si costituirà parte civile in una eventuale azione penale, a tutela del la integrità dei bambini e dell’ immagine della città di Vittoria». Il commissario Dispenza aggiunge poi: «Mi auguro che la legge il cui iter sta procedendo, e che prevede sistemi di video sorveglianza da installare nei luoghi, come scuole materne e case di riposo per anziani, ovvero persone appartenenti alle cosiddette fasce deboli, possa diventare presto operativa». Sulla stessa linea anche il Codacons che condanna i ritardi nella approvazione definitiva della norma. Sul caso si sta muovendo pure la Camera penale degli Iblei che contesta le modalità di ‘pubblicizzazione’ degli arresti in questione accompagnati dalla divulgazione del video e che ha prennunciato una nota ufficiale sull’ argomento. E’ il terzo caso negli ultimi due anni nel Ragusano. A giugno 2017 sono state rinviate a giudizio due insegnanti di Modica, 59 e 45 anni il processo è in corso; a giugno del 2019 un altro caso a Ragusa, in una scuola di Ibla con provvedimenti assunti nei confronti di una insegnante 56enne, ancora in fase preliminare.(*GIAD*)

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