5 Novembre 2020

Asilo bruciato, l’ apertura slitta ancora

continuano a stare a casa i 64 bambini. i genitori infuriati: «nessuno ci dice niente, qualcuno dovrà pagare per questi ritardi»
MONTERENZIO I sessantaquattro bambini della materna di Monterenzio, bruciata due volte in un mese, non entreranno a scuola lunedì. Il rientro, da quanto si apprende, che era già fissato, pare avverrà nell’ arco della prossima settimana in una struttura privata del territorio comunale che, ad oggi, ancora non è stata annunciata dall’ amministrazione neanche ai genitori dei piccoli di età compresa tra i tre e i sei anni. Lo scontento tra i genitori è quindi sempre più dilagante, e a parlare della situazione è Aquiliano Molfa, uno dei papà: «Ci è stato detto che lunedì l’ amministrazione incontrerà il Consiglio di Istituto e che sabato potremo prendere gli effetti dei piccoli dalla scuola andata in fiamme. È più di un mese, però, da settembre per la precisione, che non ci vogliono incontrare per spiegarci come stanno le cose. Abbiamo appreso tutto senza mai un vero confronto con l’ amministrazione o la dirigenza scolastica, non ci hanno voluto interpellare né confrontare. Lo trovo increscioso e assurdo. Soprattutto perché abbiamo mandato i bambini a scuola, dopo il primo incendio, fidandoci, mettendoli nelle loro mani. Ed è andata a finire così: è scoppiato un altro incendio e dobbiamo ringraziare, di certo non loro, ma che la scuola fosse vuota in quel momento». Molfa, poi, tuona senza peli sulla lingua: «Qualcuno dovrà pagare per quello che è successo. La responsabilità se la devono assumere. Io personalmente mi sono affidato anche al Codacons che ha richiesto tutti gli atti per far luce e chiarezza su quanto avvenuto. Ci tengo, poi, a ringraziare la Regione per l’ interessamento prestato alla vicenda anche se, a questo punto, credo sarebbe necessario stanziasse finanziamenti per la ricostruzione della struttura che sarà esosa ed è urgente». A sottolineare queste parole è un altro papà: «Continuo ad essere indignato dal fatto che l’ amministrazione non ci abbia mai voluto ricevere. Dopo tutto quello che ci hanno fatto passare credo fosse il minimo. Come ritengo fosse necessario che ci aiutassero e ci proponessero soluzioni alternative o aiuti, per tutto il periodo che ci hanno fatto tenere i piccoli a casa. Noi abbiamo portato nostro figlio in una materna di Bologna dove era rimasto un posto libero, cosa che hanno fatto anche altri. E non so davvero se lo riporterò a Monterenzio, ovunque ci propongano di ripartire. Non mi fido più e ci hanno abbandonato a noi stessi. Non tutti i genitori possono tenere i bambini a casa da scuola. Non tutti possono permettersi una tata che li accudisca. L’ amministrazione, però, non se ne è interessata. Ha sempre solo detto che avrebbero fatto più in fretta possibile a trovare una collocazione stabile e temporanea. È già novembre e siamo ancora messi così». Zoe Pederzini © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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