9 Luglio 2011

Aruba, nuovo tilt: rivolta sul web

Aruba, nuovo tilt: rivolta sul web
 

ROMA Dopo l’ incendio del 29 aprile scorso alla webfarm di Arezzo che aveva provocato un blackout record, un’ altra giornata nera per Aruba, il principale provider italiano che gestisce più di un milione e mezzo di siti in hosting e domini registrati. Ha avuto un nuovo crash che sta tornando alla normalità a macchia di leopardo, ma che ha comunque scatenato le proteste degli utenti su Twitter. E le associazioni dei consumatori si sono già mobilitate. Oltre ai siti dei clienti, anche Aruba.it è stato inaccessibile per un po’ di tempo così come i telefoni dell’ azienda, e nulla è apparso sulla pagina che Aruba ha su Twitter dove, nel caso del precedente disservizio, aveva postato spiegazioni e scuse. In quella circostanza si era verificato un grave incendio nella server farm di Arezzo, causando uno dei blackout più gravi per il web italiano. L’ azienda aveva poi promesso un risarcimento agli utenti che avevano subito un danno dall’ interruzione. Del "down" di ieri, invece, non si hanno al momento spiegazioni ufficiali di Aruba. C’ è solo traccia nella sezione "Assistenza" del sito di una nota datata 6 luglio 2011 che annuncia «un intervento di aggiornamento sui sistemi» previsto nella notte tra il 6 e 7 luglio. A questa comunicazione segue un’ altra in cui l’ azienda spiega che l’ intervento è terminato e si scusa «per eventuali disagi arrecati». Quest’ ultima nota non è però datata e dunque non è possibile stabilire se c’ è una correlazione con i problemi che si sono verificati nella giornata di ieri. Numerose le proteste sul web – tanto che su Twitter la parola Aruba è al top degli argomenti discussi in Italia – che puntano il dito soprattutto sul silenzio dell’ azienda. «Ancora un guasto lo posso accettare, ma il silenzio di Aruba in queste ore non lo sopporto, e poi mi sa di resa!», si legge in uno dei tanti post. Tra l’ amarezza anche l’ ironia: «L’ isola felice di Aruba è in realtà l’ isola di Lost», scrive un utente mentre un altro agganciandosi all’ attualità dice che Aruba «ha anticipato l’ Agcom rendendo inaccessibili milioni di siti italiani». E sul piede di guerra sono anche le associazioni dei consumatori. L’ Adoc ha «attivato il suo pool di legali per valutare la situazione, non escludendo un’ eventuale class action», mentre il Codacons avvia «le procedure per chiedere all’ azienda il risarcimento in favore di tutti i clienti danneggiati». «Stiamo ricevendo migliaia di chiamate e segnalazioni da parte di utenti danneggiati dal blackout dei server della società Aruba – dice il presidente dell’ Adoc Carlo Pileri – .Abbiamo prontamente attivato il pool di legali per valutare la situazione e la possibilità di un risarcimento del danno subito, non escludendo un’ eventuale class-action a tutela degli interessi degli utenti. I server Aruba gestiscono una grande parte del traffico web italiano e migliaia sono i consumatori e gli operatori economici che dal blocco dei server stanno subendo un danno economico notevole. Molti siti di e-commerce e servizi al pubblico sono inattivi o bloccati, causando danni per milioni di euro. Consigliamo pertanto agli utenti interessati di inviare la documentazione, con annessa quantificazione, del danno subito alla società Aruba e all’ Adoc per conoscenza», conclude la nota.

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