23 Gennaio 2012

Arsenico nell’acqua: i ministeri devono pagare

Arsenico nell’acqua: i ministeri devono pagare

I ministeri dell’ Ambiente e della Salute sono stati condannati dal Tar del Lazio a risarcire con cento euro ciascuno circa duemila utenti di varie regioni (Lazio, Toscana, Trentino Alto Adige, Lombardia, Umbria) che lamentano la presenza di arsenico nell’ acqua. Lo annuncia il Condacons, che aveva presentato ricorso. Secondo i giudici amministrativi di primo grado, riferisce il Codacons, bere «acqua all’ arsenico può produrre tumori al fegato, alla cistifellea e pelle, nonché malattie cardiovascolari». «La sentenza – afferma il Codacons in una nota – apre una strada di incredibile valore, affermando che fornire servizi insufficienti o difettosi o inquinati determina la responsabilità della pubblica amministrazione per danno alla vita di relazione, stress, rischio di danno alla salute». «Ora questa strada – prosegue la nota – sarà percorsa anche per chiedere i danni da inquinamento dell’ aria e da degrado sia a Napoli che a Roma e nelle altre grandi città in cui la vivibilità è fortemente pregiudicata dal degrado ambientale». Per Carlo Rienzi, presidente dell’ associazione di utenti e consumatori, si «tratta di una vittoria importantissima perché pone termine alla impunità di regioni e ministeri che per non spendere i soldi stanziati o non sapendoli spendere hanno tenuto la popolazione in condizioni di degrado e di rischio di avvelenamento da arsenico». Dopo la sentenza del Tar del Lazio il Codacons annuncia ora «un nuovo mega ricorso di un milione di utenti». «Si può già aderire – è detto in una nota – seguendo le istruzioni sul sito www.codacons.it».

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