13 Aprile 2013

Arsenico nell’ acqua nel Viterbese a rischio anche la catena alimentare

Arsenico nell’ acqua nel Viterbese a rischio anche la catena alimentare

        

Contaminata è l’ acqua, ma ora arriva la prova scientifica che lo sono, oltre i livelli di soglia, anche i cittadini ed i bambini di Viterbo e di 16 comuni della provincia, aree interessate dall’ annosa emergenza arsenico nell’ acqua: il livello di questa sostanza cancerogena nel loro organismo risulta infatti oltre il doppio rispetto a quello rilevato nella popolazione generale. Dato che fa dire al ministro della Salute, Renato Balduzzi, che questa è «una vera emergenza, per la cui soluzione non si può più aspettare». La conferma arriva dai nuovi risultati dello studio condotto dall’ Istituto superiore di sanità in collaborazione con gli Ordini dei medici, ed iniziato già nel 2010, per valutare l’ esposizione all’ arsenico nelle aree delle province di Viterbo, Roma e Latina. Un’ emergenza che dura ormai da anni e interessa in totale 50 comuni (contro i 90 del 2009), e che ha registrato varie proroghe da parte dell’ Ue alla legge del 2001 che fissa rigidi parametri per la concentrazione della sostanza nelle acque per uso umano. Proroghe – l’ ultima delle quali è scaduta il 31 dicembre 2012 – che dovevano servire alle autorità per mettere Oltre questo valore insorgono rischi di malattie quali forme particolari di cancro 30 Limite autorizzato in Italia da una deroga (scaduta il primo di gennaio 2013) e raggiunto in alcuni comuni del Lazio in campo misure adeguate di controllo, a partire dai potabilizzatori. Ma ad oggi, l’ emergenza resta. E lo studio Iss lo dimostra: le analisi sono state condotte su campioni di unghie e urine di 269 soggetti sani (da 1 a 88 anni di età) residenti nelle aree a rischio. Nei viterbesi, la concentrazione della sostanza nelle unghie è risultata pari a 200 nanogrammi per grammo contro gli 82 nanogrammi nella popolazione generale. Alti i livelli anche nelle urine. Ma ad essere interessata è pure la catena alimentare, si è appreso, con livelli alti anche nel pane, mentre analisi sono in corso su ortaggi. Tuttavia, ha precisato l’ Iss, «non esistono limiti massimi stabiliti per legge sul contenuto di arsenico negli alimenti» e quindi, secondo l’ Istituto, ciò significherebbe che «non vi è alcun rischio peri livelli di arsenico-nel pane – misurati nello studio». Il sistema si è attivato, «no agli allarmismi – afferma il ricercatore Francesco Cubadda, responsabile dello studio Iss – e ora ci sono i dati per intervenire in maniera adeguata ed equilibrata». Diffusi i nuovi risultati, il ministro della Salute Renato Balduzzi sì è però sentito telefonicamente con il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: «Avvieremo in tempi strettissimi le misure urgenti per far fronte ai disagi della popolazione. Finalmente – ha detto Balduzzi – si vede un interessamento reale della Regione». Intanto, cresce il malcontento dei cittadini. Ed anche la preoccupazione per gli effetti sulla salute, soprattutto di donne e bambini: «In gravidanza, ad esempio, l’ esposizione all’ arsenico aumentai rischi legati all’ autismo e ai tumori cerebrali dei nascituri», avverte Antonella Litta della Società internazionale dei medici per l’ ambiente (Isde). Scende in campo anche il Codacons, che chiede la chiusura degli esercizi commerciali del viterbese che usano acqua contaminata, ma avvia in favore di questi una class action contro ministero e Regione con una richiesta per danni fino a un massimo di 1 mln di euro ad attività commerciale. i.
        

 
       

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