20 Febbraio 2018

Arriva l’ euro Tra polemiche e prezzi in salita

E alla fine arrivò il giorno del battesimo dell’ euro, anche se poi per altri due mesi fu consentita la circolazione della doppia valuta, e quindi gli effetti furono diluiti nel tempo. Tuttavia, già alcuni i rincari si fecero sentire, e subito si ebbe la sensazione che qualcosa non andava. La nuova moneta entrò in circolazione il primo gennaio 2002. Tre anni prima era diventata la valuta ufficiale dell’ Unione europea. Secondo il tasso di cambio, 1 euro corrispondeva a 1.936,27 lire. Un rapporto che in molti settori, soprattutto commercio e servizi, non è mai stato rispettato, generando arrotondamenti facili e speculazioni. Nella prima pagina qui a fianco, del 2 gennaio 2002, primo numero di quell’ anno, si possono vedere gli articoli scritti dopo l’ avvio di quel cambiamento, che a tutti gli effetti può essere definito epocale. Fu, come detto, un avvio “soft”, perché anche la lira rimase in circolazione fino al 28 febbraio, data in cui cessò il suo corso legale e non potè più essere accettata per i pagamenti. Si verificò, soprattutto, una corsa ai bancomat per ritirare le nuove banconote e quindi fare una prima scorta di denaro, ma a livello di pagamenti si preferì ancora optare per le lire. Di sicuro, dopo di allora si fecero sempre più massicci gli aumenti generalizzati, fenomeno che ebbe il suo culmine in Italia e in Grecia. Le cause vanno ricondotte, secondo una lettura che diede nel 2002 Romano Prodi, allora alla presidenza della Commissione europea, alla mancanza di controlli e alla abolizione, nel giro di breve tempo, dell’ esposizione del doppio cartellino. Per effetto di questa corsa al rialzo dei prezzi (e della nefanda, ma purtroppo molto praticata, equivalenza “mille lire pari a un euro”) dilagò ben presto un forte malcontento. Un euroscetticismo, per usare un termine ormai noto, che non è mai tramontato, riaccendendosi anzi in forti vampate ogni volta che il rigorismo europeo chiede all’ Italia ulteriori sacrifici in termini di finanza pubblica. Tra i principali esponenti di questo filone di pensiero c’ è il valtellinese Giulio Tremonti, più volte ministro nei governi Berlusconi, da sempre critico nei confronti della moneta unica, che ci ha regalato «pochi benefici e altissimi costi». Portando, sostiene, a un impoverimento generale del Paese. Una indagine delle associazioni dei consumatori (Codacons, Adoc, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori) ha calcolato che i rincari registrati da settembre 2001 a settembre 2011, su un paniere composto da 100 voci relative a beni e servizi di largo consumo, hanno raggiunto la media del 53,7 per cento, con una perdita del potere d’ acquisto del 39,7 per cento. A conti fatti, una famiglia di quattro persone in dieci anni ha subito una stangata di oltre 10mila euro. Ci sono, tuttavia, anche delle note positive che arrivano dal comparto dell’ elettronica e della telefonia, complice il boom delle vendite online che hanno ulteriormente alzato la concorrenza e abbassato i prezzi. Secondo Prodi, infine, l’ euro ha portato a una riduzione dell’ inflazione, «obbligando i Paesi a una maggiore disciplina di bilancio e, attraverso la diminuzione dei tassi di interesse, rendendo possibile il mantenimento dell’ equilibrio finanziario anche negli Stati pesantemente indebitati come l’ Italia». Luca Begalli.

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