29 Luglio 2009

Approva anche il Codacons: “Misura utile a tutelare la salute dei più giovani”

Confesercenti: «Incomprensibili vessazioni»  Ma la Confcommercio è sul fronte opposto: giusto provvedimento Approva anche il Codacons: «Misura utile a tutelare la salute dei più giovani»

ROMA. La normativa Ue che oggi entra in vigore ha subito scatenato una polemica a distanza fra gestori di pubblici esercizi e ambulanti. «Si sta perpetrando in queste ore – dichiara la Confesercenti – una autentica vessazione nei confronti di migliaia di piccoli esercizi commerciali che non potranno più vendere o somministrare alcolici su spazi ed aree pubbliche diversa da pertinenze di ristoranti o bar. Chi lo farà sarà mazzolato con severe sanzioni». In questo modo secondo l’associazione si aggiunge «al danno della crisi la beffa per chioschi ed altri esercizi che nelle grandi città svolgono comunque un servizio essenziale per turisti e cittadini». Il divieto nato per «combattere giustamente vendita e somministrazioni illecite», rischia invece «di far ritornare un assurdo proibizionismo di giornata ed il legislatore non pare in grado di fermare la norma. Il Parlamento si è affidato ad un ordine del giorno positivo ma privo di efficacia immediata». In particolare l’Anva, l’associazione nazionale dei venditori ambulanti in capo a Confesercenti, nota attraverso il suo coordinatore Adriano Ciolli, «come con questa norma rischiano di scomparire le economie e tipicità locali, dal porchettaio laziale al trippaio fiorentino, a tutti i mercati coperti dove si vende vino e birra perchè la loro è una licenza da ambulanti. Questa è una norma discriminatoria anche perchè non comprendiamo per quale motivo non si possa prendere il vino dal porchettaio e tocca invece andarlo a comprare al bar davanti. Il Parlamento già si è dimostrato sensibile alle nostre ragioni e ha approvato un ordine del giorno di tutela, ora attendiamo che gli interventi prendano forma». Sul fronte opposto: la federazione pubblici esercizi di Confcommercio. «Se l’alcol è un problema per il Paese, sia pure a causa di una esigua minoranza di giovani, è giusto che nel mercato si siano regole uguali per tutti – afferma il direttore generale di Fipe-Confcommercio, Edi Sommariva – La legge comunitaria chiarisce, speriamo una volta per tutte che per somministrare alcolici ci vogliono requisiti specifici morali e professionali con livelli di responsabilità adeguati da cui dipendono precise sanzioni anche penali. Nell’ordinamento italiano queste caratteristiche sono in capo a coloro che possiedono una licenza di pubblico esercizio che può essere concessa anche in occasione di sagre, fiere o altri eventi».  Anche il Codacons promuove a pieni voti la legge comunitaria.  «E’ una misura – sostiene il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – utile per limitare il consumo di prodotti alcolici nel nostro paese e tutelare la salute soprattutto dei più giovani. E’ necessario però accostare a tale norma una serie di controlli costanti per evitare violazioni che ne vanificherebbero l’utilità». Chiede invece buon senso e annuncia un’interrogazione ai ministri Zaia e Scajola per modificare la normativa, Ermete Realacci, parlamentare toscano del Pd, preoccupato per la sopravvivenza di «una delle tradizioni più radicate a Firenze», quella dei «trippai». E pollice verso alle nuove norme arriva anche Partito Pensionati.

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